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di Daniele Bovi Perugia come Baghdad. O almeno così la vede il consigliere comunale di opposizione Rosi. L'esercito a Perugia: è quanto chiede oggi infatti - in un comunicato stampa - il consigliere comunale Gianluigi Rosi, presidente del Gruppo ''G. Rosi per Perugia'', attaccando la Giunta Locchi sulla sicurezza e affermando che ''le logiche della sinistra, ormai da tempo fallite, hanno danneggiato tutti i cittadini''. Secondo Rosi - riferisce una nota del Comune - ''Perugia non deve diventare la città dove tutto è possibile: prostituirsi, accoltellare, spacciare droga, rubare, accattonare e uccidere. Perugia deve mantenere la sua identità''. Ora, l'ultimo passaggio della nota citato è di quelli che dovrebbe far drizzare i capelli. Come è possibile accostare reati gravissimi come l'omicidio o il furto all'accattonaggio, al chiedere l'elemosina? Va bene che in molti casi a gestire il traffico delle questue ci sia la malavita, ma in tanti altri casi si tratta di pura e semplice povertà, emarginazione, miseria. ''Grave - osserva il consigliere - è l'atteggiamento del sindaco, incosciente è l'atteggiamento della Regione e di tutte quelle istituzioni che non prendono posizioni nette e determinate nei confronti di chi danneggia Perugia''. Pertanto Rosi chiede a tutti i parlamentari ''che anche l'esercito scenda in campo a dare supporto alle forze dell'ordine''. Sì, e tanto che ci siamo, anche i caschi blu dell'Onu ai semafori. Schierare l'esercito nelle città contro la criminalità (micro o macro) è la resa, l'alzare bandiera bianca, da parte delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni delle quali Rosi fa parte. Condividi