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di Nicola Bossi Svastiche, viva il duce e altre scrittacce nere sono state scoperte questa mattina da alcuni guardiani e cittadini che si erano recati nei pressi del gretto del fiume Scatorbia a Città di Castello. Qui i vigliacchi neri, approfittando dell'oscurita, hanno oltraggiato uno degli eroi più importanti della Resistenza Umbra: ovvero Venzanzio Gabrioti. Il capitano del gruppo liberare Città di Castello, aveva 61 anni quando venne beccato prima dai Carabinieri che, dopo un breve periodo in Caserma, lo consegnarono alle SS naziste. Quest'ultime per la sua attività partigiana decisero immediatamente di fucilarlo. Era il 9 maggio del 1944. Un uomo maturo, che nella vita faceva il professionista, che nonostante i suoi 61 anni di età, dopo la beffa dell'armistizio, aveva deciso di lottare per la libertà insieme ai suoi compagni partigiani. Un uomo dal carattere forte ma allo stesso tempo mite che si seppe voler bene da un movimento, quello partigiano, spesso sovrastato dalle ideologie piuttostoche dalle strategie belliche. Questa mattina l'ennesimo oltraggio sulla sua tomba. Svastiche e scritte inneggianti al duce sui i Carabinieri stanno indagando. Non si esclude che si tratta di opere di una banda giovanile proveniente dagli ambienti bene di Città di Castello. Condividi