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ROMA - La commissione bilancio della Camera, in sede di esame del D.L. 112/2008 da convertire, ha approvato un emendamento che prevede che, in caso di violazioni sostanziali della normativa sui contratti a termine, invece di prodursi la caducazione della sola clausola appositiva del termine con prosecuzione del rapporto, il Giudice dovrà limitarsi a liquidare il danno nella misura prefissata da 2,5 a 6 mensilità, peraltro a prescindere dal requisito dimensionale dell'azienda. E per di più con valore retroattivo rispetto a tutti i processi in corso (e quindi anche coloro che eventualmente hanno già vinto un primo grado e ripreso il lavoro verranno immediatamente allontanati e dovranno restituire la differenza). Si tratta di una gravissima modifica, apportata in commissione bilancio della Camera, all'attuale legge che disciplina i contratti di lavoro a tempo determinato. Se dovesse essere approvata definitivamente verrebbe assestato un altro durissimo colpo ai diritti dei lavoratori precari che si vedrebbero privati di una ulteriore tutela. Infatti questa norma potrebbe tranquillamente estendersi anche al lavoro somministrato e a progetto avendo anche tali contratti sempre un termine di durata, da cui il definitivo sdoganamento del precariato eterno. La norma è 100 volte più grave e pericolosa della proposta di parziale e sperimentale depotenziamento dell'art. 18 contenuta nella prima stesura dei decreti appllicativi della legge 30, e viene inserita ad agosto nel silenzio assordante di sindacati e partiti della sinistra e con i mezzi di stampa presi a discutere del dito medio di Bossi. Condividi