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di Nicola Bossi Si può trarre un'indicazione politica da una elezione, come quella dei consigli di zona (i fratelli minori delle circoscrizioni) di Orvieto dove sono andati a votare in 4mila su 18mila aventi diritto? Difficile dirlo perchè il campione che si è recato alle urne è minimo. Anche se andando a fare i conti in tasca per chi crede a La Sinistra-L'arcobaleno sono arrivati da Orvieto - una delle città più importanti dell'Umbria, spesso chissà poi perchè dimenticata - akcuni spunti positivi e altrettanti negativi. E' doveroso iniziare dai primi, da quelli positivi. le liste de La Sinistra-L'arcobaleno hanno toccato quota il 30 per cento dei consensi nei territori più popolosi: come il centro storico e Ciconia. Negli altri l'oscillazione elettorale è stata sempre intorno al 20 per cento. Sintomo di un radicamento, di una macchina e di una volontà di governo e di unità che certamente non manca. E quel 20 per cento ci rimanda al sondaggio Swg che dà il movimento unitario in Umbria la stessa percentuale. Altro spunto positivo è la presenza di molti giovani nelle liste e l'attivismo di un associazione come l'Ars che si batte per una sinistra di popolo, unita e di governo. Gli aspetti negativi purtroppo sono sempre i soliti: alla fine, seppur in questo consenso minore, il Pdci di Orvieto non ha voluto remare per lo stesso obiettivo. Ha dato il contributo alla lista civica del Pd e dei Socialisti Democratici Italiani. E questo nonostante che la Federazione di Terni - una delle più importanti d'Italia e che può contare dirigenti giovani e in gamba e un assessore regionale di spessore come Giuseppe Mascio - avesse dato una indicazione diversa. Sia chiaro oguno a casa sua fa quello che gli pare, ma speravamo anche ad Orvieto ormai di stare tutti sotto la stessa casa. Ma così non è stato. Eppure proprio ad Orvieto il segretario regionale del Pdci, Roberto Carpinelli, aveva celebrato a dicembre un convegno verso la costituente programmatica regionale dell'unità a Sinistra. Non si tratta di un caso isolato: rischia la nostra Umbria di vedere l'unità frantumata alle prossime elezioni magari per antipatie personali o per questioni familiari che rasentano il ridicolo e non hanno nulla a che fare con la politica. Non è un mistero per nessuno che alcune fazioni di sinistra sperano di candidarsi, nelle città dove sono più forti da sole, mentre nelle altre acceterebbero il cappello comune. Una politica doppia che rischia di far saltare tutto e tutti. "Vogliamo esprimere, prima di tutto - hanno scritto in una nota la Sinistra-L'arcobaleno di Orvieto - un sentito ringraziamento a tutti i nostri elettori ed a tutti i candidati, eletti e non eletti, per la loro disponibilità e per il lavoro svolto in campagna elettorale. Esprimiamo comunque un giudizio positivo del risultato delle liste di Sinistra Unita che in generale si attestano su percentuali ricomprese fra il 20% ed il 30% e che nei casi particolari dei nuclei abitativi più numerosi, come Ciconia ed Orvieto Centro, superano la soglia del 30%. Quindi i risultati, pur con le considerazioni sopra esposte circa la scarsa partecipazione, affermano la presenza di una forza consistente della sinistra ad Orvieto ed inducono ad una valutazione sul fatto che tale forza non trova, attualmente, rappresentanza all'interno dell'Assemblea elettiva cittadina". Certo la tenacia non manca, ma è necessario resistere alle lusighe ricattatorie del Partito Democratico a Orvieto come all'interno del consiglio regionale. E' un potenziale alleato ma non è la casa delle forze di sinistra" Condividi