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ROMA - ''Le fondazioni o i privati non sono la risposta ai problemi dei parchi, ma rischiano semmai di esserne la saracinesca''. Questo il commento di Sebastiano Venneri,vicepresidente di Legambiente, in una nota, sull'intervento di oggi di Prestigiacomo sui parchi che aveva sostenuto la necessità di una ''rivisitazione totale'' per la gestione delle aree protette in Italia coinvolgendo soggetti privati. ''Temo che il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non conosca i parchi italiani'' ha aggiunto Venneri, secondo cui quella proposta dal ministro ''e' una soluzione farraginosa e impraticabile: come si puo' fare una fondazione, ad esempio, su terreni che in buona parte sono privati? E come farebbe una fondazione privata a rilasciare autorizzazioni o pareri in materia urbanistica o paesaggistica? Per non parlare dell'idea del biglietto d'ingresso che nel caso del parco del Cilento, un territorio di 80 comuni, probabilmente dovrebbe essere pagato al casello autostradale''. In conclusione, secondo Venneri ''i parchi hanno bisogno di attenzione, governo e risorse, anche risorse private, hanno bisogno di maggiore agilita' e di combattere sprechi e inefficienze - ma anche di valorizzare le tante esperienze d'eccellenza che fanno grande il nostro Paese''. La stessa cosa dicasi per Ermete Realacci, ministro ombra dell’ambiente del Pd, che da parte sua ha affermato alla chiusura dei lavori del convegno di Symbola a Montefalco: ''La vera svolta nella creazione dei parchi italiani e' stata il coinvolgimento dei territori e dei comuni nel loro governo. L'idea che questo venga sostituito da fondazioni private sovraordinate mi pare bizzarra''. Secondo Realacci ''se invece si tratta di studiare forme di riorganizzazione piu' snelle sul fronte della conservazione e dello sviluppo del territorio, affiancare le istituzioni per garantire un maggiore flusso di risorse, allora si puo' ragionare''. Condividi