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PERUGIA - Giudizio sostanzialmente positivo, ma anche richieste di chiarimenti, integrazioni e una critica di fondo sul disegno di legge con cui la Giunta regionale intende introdurre il concetto di ‘sostenibilità ambientale degli interventi urbanistici’, prescrivendo per le nuove costruzioni, accorgimenti quali: la raccolta delle acque piovane, l’installazione di pannelli solari fotovoltaici per produrre corrente elettrica ed acqua calda; una maggior permeabilità di suolo e dei parcheggi. Dei contenuti della futura normativa che prevede il rilascio di una specifica certificazione di compatibilità ambientale, destinata ad aumentare il valore commerciale dell’immobile realizzato con i parametri indicati e che incentiva i costruttori virtuosi in tre modi: con un bonus per realizzare maggiori volumi (+20 per cento); con riduzioni degli oneri di urbanizzazione e, in alternativa con il taglio delle imposte comunali, si è parlato in Consiglio regionale, nel corso di un’audizione promossa dalla Seconda Commissione consiliare, presieduta da Franco Tomassoni, presenti anche Armando Fronduti (FI-Pdl) vice presidente, Giancarlo Cintioli (Pd) e l’assessore regionale Lamberto Bottini. Quattro gli interventi che hanno suggerito alla Commissione elementi di riflessione e integrazioni al testo. Urbano Barelli, il più critico, a nome di Italia Nostra, pur riconoscendo che i principi ispiratori della normativa sono condivisibili, ha parlato di “cattiva formulazione del testo che ignora l’Accordo Stato-Regioni del 1997, incentrato sulla semplificazione normativa da perseguire in tutte le decisioni politiche ed amministrative”. Per Barelli “non è definito il concetto di sostenibilità ambientale perché mancano i parametri oggettivi per calcolarla; il testo è slegato dalla normativa urbanistica ed è criticabile il concetto di certificazione preventiva che dovrebbe servire a concedere una premialità in maggiori volumi da realizzare: un aspetto negativo che finisce per sottrarre territorio invece di risparmiare suolo, proprio in nome della sostenibilità ambientale”. Più convinto della necessità delle legge, Enzo Marinelli (Consulta Ance) che ha comunque chiesto di chiarirne il rapporto con la normativa urbanistica esistente e di prevedere un sistema di calcolo costi e benefici relativamente agli interventi iniziali di chi edifica e si troverà ad affrontare costi comunque più alti. A suo giudizio la legge deve porsi anche il problema dell’inestetismo di alcuni interventi sugli edifici, come la collocazione dei pannelli solari. A nome del Collegio dei geometri, Roberto Maranghi, ha chiesto di estendere l’obbligo di alcuni accorgimenti energetici ed ambientali, come il riutilizzo delle acque piovane a tutti gli edifici, anche a quelli industriali ed artigianali. Ha poi definito “troppo macchinosi” e come tali da correggere, i meccanismi delle certificazioni. Richieste di dettagliare nella legge le tecnologie più avanzate per il risparmio energetico, sono venute da Mario Franceschetti (Ordine degli ingegneri) che, fra l’altro, ha suggerito: l’installazione, nei nuovi come nei vecchi edifici, di micro generatori eolici per produrre corrente elettrica; l’utilizzo della acqua calda prodotta con i pannelli solari, anche per rinfrescare gli edifici, utilizzando tecniche ampiamente disponibili e collaudate; l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei garage per ricaricare le batterie di future auto elettriche; la realizzazione di tetti verdi, capaci di garantire bio clima e di obbligare tutti i capannoni industriali a dotarsi di pannelli fotovoltaici. Ad inizio audizione il presidente della seconda Commissione, Franco Tomassoni, ha assicurato agli intervenuti che “tutti i suggerimenti o ed eventuali documenti integrativi che arriveranno in Commissione, verranno presi in attenta considerazione, prima che il disegno di legge venga mandato in Consiglio regionale per la sua approvazione. Condividi