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di Nicola Bossi A 88 anni suonati, Ugo Narducci, è considerato dalla Procura di Perugia il capo di un' associazione a delinquere capace di nascondere un cadavere e di sostituirlo con quello di un altro: uno sconosciuto abbandonato in qualche cella di un obitorio di Perugia. Tutto questo, sempre secondo il testo di chiusura delle indagini del Pm Giuliano Mignini, per nascondere uno dei presunti autori degli omicidi seriali del Mostro di Firenze: suo figlio, Francesco. Uno scambio di cadavere avvenuto tra l'8 e il 9 ottobre del 1985 al Lago Trasimeno con l'obiettivo di evitare che qualcuno, sempre secondo il Pm, scoprisse la morte che sarebbe avvenuta per strozzamento e non per suicidio. Gli assassini di Francesco sarebbero stati dei pregiudicati campani su mandato del farmacista di San Casciano Calamandrei; quest'ultimo assolto dall'accusa di essere il Mostro nell'ultimo processo di Firenze. Ma Ugo Narducci, uno dei baroni della medicina umbra, non ne vuole sapere di questa ricostruzione della Procura e lo ha ribadito a giornalisti televisivi e della carta stampata. "Io sono convinto - spiega il decano dei ginecologi perugini - che si sia trattato, dopo otto anni di indagini, di suicidio. Francesco avrà avuto ragioni di salute. Perchè proprio un mese prima della morte - proprio in coincidenza con l'ultimo omicidio seria agli Scopeti ndr - era stato ad un congresso internazionale negli Stati Uniti e si era fatto visitare. Ritengo che abbia avuto una notizia di una diagnosi infausta e quindi sapendo che stava male ha deciso di farla finita. Questa è la mia ipotesi". In sede di autopsia si è scoperto che Narducci fece uso prima di morire di una massiccia dose di un oppiacio (meperedina) che blocca il respiro. Per Narducci non è vero che addirittura prima della morte di Francesco si parlasse già di un collegamento con il Mostro. "Queste voci sono arrivate dopo, alimentate da giornalisti e psicologi. Ricordo bene invece che a pochi mesi dalla morte un gruppo di amici, di professori universitari organizzarono una celebrazione in onore di Francesco dove l'allora rettore Larizza fece un grande elogio sulle doti umani e professionali di mio figlio. Francesco inoltre aveva tutti altri interessi rispetto a quelli che sono stati accusati dalla Procura di Firenze. Escludo che possa mai averli conosciuti". Su Ugo Narducci pende un'accusa terribile e quanto meno unica nel suo genere: avere organizzato lo scambio di cadaveri per occultare, si dice, la verità di quella morte improvvisa. "Ci sono perizie - continua - fatte da eminenti professori che hanno visto che il cadavere ripescato era quello di Francesco Narducci. Dall'altra parte mi spieghi qualcuno che questo cadavere, che sarebbe stato falso, fu ripescato con gli abiti di Francesco, con i documenti di Francesco e invece dice che era più basso e più grosso di mio figlio. Come glieli avevano messi questi abiti? E soprattutto dove avrei potuto trovare un cadavere in più?". Ugo Narducci ha amesso di essere anche stato Massone: "Io sono stato iscritto alla Massoneria, mi sono cancellato, ma non ho mai contato niente, assolutamente". Condividi