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PERUGIA - Per il padre Ugo, il medico perugino Francesco Narducci - scomparso in circostanze misteriose l'8 ottobre del 1985 ed il cui cadavere venne trovato nelle acque del Lago Trasimeno cinque giorni dopo - mori' dopo essere caduto dal motoscafo e dopo avere assunto una dose tossica al fine di suicidarsi. Una decisione presa ''per motivi di salute. Ritengo - ha detto - che avesse ricevuto una diagnosi infausta''. Ugo Narducci ha parlato per la prima volta della vicenda, davanti alle telecamere del Tgr dell'Umbria, che ha trasmesso questo sera uno stralcio dell'intervista e che proporra' domani, alle 14, la versione integrale. L'anziano, anch'egli medico, e' tra le 20 persone per cui proprio ieri il pubblico ministero di Perugia, Giuliano Mignini, ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa, a vario titolo, di aver preso parte a un tentativo di depistaggio delle indagini. Secondo la ricostruzione accusatoria, Francesco Narducci sarebbe stato ucciso perche' coinvolto nelle vicende del mostro di Firenze e poi, con uno scambio di cadavere, il delitto sarebbe stato mascherato da incidente o suicidio. ''Non ho mai pensato ad un collegamento con la vicenda del mostro di Firenze - ha detto Ugo Narducci - e non lo penso ancora adesso''. E poi, ''con tutta la buona volonta', non riesco a comprendere per quale motivo un padre possa nascondere un cadavere - e lo avrei addirittura sottoposto a processo di conservazione - se non aveva nessun segno di lesione, un colpo di pugnale o uno sparo''. Condividi