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Condividiamo le valutazioni espresse dalle Oo. Ss. rispetto alla drammatica questione salariale che investe l’Umbria e la Provincia di Perugia: lavoratori e pensionati percepiscono mediamente un salario mensile inferiore del 10% rispetto ai salari medi dei lavoratori del centro-nord. Riteniamo, però, che la questione salariale vada affrontata legandola alla contrattazione collettiva, oggi sotto attacco dal Governo Berlusconi e da Confindustria. Siamo contrari a ridurre il contratto nazionale al recupero dell’inflazione programmata e rimandare alla contrattazione aziendale aumenti salariali legati alla produttività. Una contrattazione di secondo livello che interessa una fetta piccola del sistema imprenditoriale, per non dire che nella gran parte delle imprese italiane, che sono sotto i 10 dipendenti, non c'è neppure il sindacato. Abbiamo inoltre verificato in questi anni che alla crescita della produttività, che pure si è verificata, non è corrisposta una crescita del potere di acquisto di salari e pensioni, bensì un enorme spostamento della ricchezza verso i profitti: circa il 30% della ricchezza prodotta si è spostata dal mondo del lavoro alla rendita finanziaria. Lo diciamo chiaramente: la risposta alla questione salariale non può essere la detassazione degli straordinari, una misura che di fatto allunga l’orario di lavoro con gravi e possibili ricadute anche sul versante della sicurezza. Il Governo detassi il lavoro ordinario! Noi ci sentiamo impegnati nella provincia di Perugia nella costruzione di uno schieramento di forze sociali e politiche in grado di opporsi a tale disegno regressivo, rilanciando il movimento di lotta per il salario e il ripristino di un meccanismo di recupero automatico del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni ( ”nuova scala mobile”), contro lo sfruttamento del lavoro precario (compreso il lavoro autonomo) e per l’aumento delle pensioni. Enrico Flamini Segretario Provinciale Prc Perugia Condividi