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PERUGIA – Nei giorni scorsi il segretario provinciale della Uil Fpl di Terni aveva addebitato ai dipendenti ed al sindacato di categoria della Cisl la responsabilità di aver portato al fallimento il Conorzio Tevere-Nera e c’era da attendersi una reazione in particolare da parte della Fai Cisl che era stata così duramente chiamata in causa. Reazione che c’è stata oggi, con una nota stampa firmata dal segretario regionale della stessa Fai Cisl, Angelo Manzotti, dal titolo assai esplicito e che rende assai bene lo stato di tensione che è maturato anche a livello sindacale: “Quando si è alla frutta ci si arrampica sugli specchi”. Nel respingere “categoricamente” le accuse rivolte all'organismo che rappresenta, Manzotti sostiene al contrario che “Il fallimento del consorzio non è opera della politica della Cisl e dei dipendenti, che da sempre si sono battuti per la difesa dell’ente consortile e dei livelli occupazionali, ma dell’operato dell’attuale Presidente che ha attuato una politica che ha portato nel breve tempo il consorzio al collasso”. Manzotti si riferisce in particolare al mancato invio dei ruoli per l’anno 2007 che avrebbe alimentato “le vertenze tramite ricorsi”. Riguardo alla legge 30 del 2004 lo stesso afferma che “Di un testo di legge non si può prendere a proprio piacimento ciò che interessa escludendo il resto della normativa. Tanto è vero –spiega- che la politica del Presidente ha denigrato la totale applicazione della legge 30”. “Non vorremmo –aggiunge- che il segretario della Uil Fpl abbia consultato un testo di legge diverso da quello in possesso della Fai Cisl in quanto la legge 30 espressamente richiama che i consorzi si devono dotare di nuovi statuti e che le modifiche sono di competenza del consiglio di amministrazione, mentre la Regione dell’Umbria ha un ruolo di controllo”. In conclusione per Angelo Manzotti tutte queste incomprensioni si sarebbero potute evitare se anche il segretario della Uil Fpl, o un suo delegato, avessero partecipato ai vari incontri che si sono succeduti”. Condividi