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PERUGIA - La vita di Barbara Cicioni, dalla sua adolescenza fino al matrimonio e al difficile rapporto con il marito, Roberto Spaccino, sono stati al centro dell'udienza di oggi davanti alla Corte d'Assise di Perugia che dovra' giudicare l'ex camionista di Marsciano, accusato di aver ucciso la moglie all'ottavo mese di gravidanza, nella loro villetta di Compignano nel maggio dell'anno scorso. A raccontare la vita di Barbara sono state la zia materna della donna, Elisa Cicioni, e la cugina, Chiara Buconi, sentite oggi in aula come testimoni nell'ambito del procedimento in corso. Presente, nel giorno del suo compleanno, anche Roberto Spaccino, difeso dagli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili e che si e' sempre detto estraneo all'omicidio. E' stata la zia di Barbara a riferire davanti ai giudici e al pubblico ministero, Antonella Duchini, del suo rapporto con la nipote, diventato particolarmente stretto dopo il divorzio dei genitori della ragazza, quando lei era ancora una bambina e delle confidenze fattele da Barbara fino a poco prima di essere ammazzata. Un racconto dal quale e' emersa una vita coniugale difficile tra i coniugi Spaccino, fatta di litigi, insulti, incomprensioni e spesso maltrattamenti. ''Barbara mi considerava come una madre - ha riferito in aula Elisa Cicioni - ci sentivamo quasi tutti i giorni telefonicamente, fino anche al 23 maggio dell'anno scorso, il giorno prima di morire. Quando lei e Roberto si sono fidanzati era molto giovane, avra' avuto 15 anni. Poi, dopo il fidanzamento si sposarono e andarono a vivere nella villetta di Compignano. Quando aveva 18 anni decise di andare a lavorare in una lavanderia, a Marsciano che poi rilevo'. Il marito, allora lavorava come camionista, un lavoro faticoso tanto che poi si licenzio' e inizio' anche lui a lavorare con lei''. Poi, il primo gennaio del 1999, sarebbero iniziati a trapelare i primi dissapori tra la coppia. ''Avevamo invitato Barbara e Roberto a pranzo, a casa della nonna - ha proseguito Elisa Cicioni -. Mia nipote, che era incinta del primo figlio, arrivo' da sola e mi disse che quella mattina Roberto le aveva dato uno schiaffo perche' non ritrovava i suoi calzini. Spesso il marito la insultava,la maltrattava, le diceva che non aveva voglia di fare nulla, che non valeva nulla come donna. Noi le dicevamo di lasciarlo ma lei non voleva. Ripeteva che non voleva far vivere ai suoi figli il trauma di una separazione. Diceva, inoltre, che quando Roberto si calmava diventava un'altra persona ed era gentile. Mi diceva che lei lo amava e di non preoccuparmi perche' sapeva difendersi''. ''Un giorno Barbara mi chiamo' - ha raccontato ancora la zia - e mi disse che Roberto se ne era andato di casa e se poteva venire da me con i bambini”. Secondo il racconto di Elisa Cicioni i litigi tra la coppia avvenivano anche di fronte ai figli. ''Circa un mese prima di essere ammazzata - ha riferito Elisa Cicioni - Barbara mi racconto' che Roberto l'aveva insultata e che aveva cercato di picchiarla. Il bimbo piu' piccolo, pero', aveva cercato di difenderla e aveva colpito il padre con una scopa''. Il processo proseguira' domani. Condividi