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di Nicola Bossi Aspettando gli effetti dei provvedimenti del Governo, comunque c'è da dire che la Regione non è stata proprio con le mani nelle mani. Infatti, estrapolando, dalle varie voci regionali dei bilanci dal 2002 al 2006: è stato finanziato con 1 milione 200 mila euro un'azione di intervento volta a migliorare la sicurezza, attivando progetti per un complessivi di 4 milioni 500 mila euro. Molti di questi per l'integrazione degli stranieri, per la tutela delle fasce più deboli e altri interventi di natura architettonica (come le telecamere nei luoghi a rischio dell'Umbria). Sono stati inoltre impiegati oltre 346 mila per attivare due corsi, uno in Provincia di Perugia ed uno in Provincia di Terni, destinati al personale delle forze dell’ordine ed ai vigili urbani ai fini del consolidamento delle competenze in materia di sicurezza. Altri 16 milioni di euro sono stati stanziati per cofinanziare i progetti presentati dall’Adisu per la realizzazione di alloggi per studenti a Perugia ed a Terni, è stato portato a 371mila euro il contributo per il 2007 alla Fondazione contro l’usura per il sostegno alle vittime dell’usura (fondo ancora totalmente insufficiente rispetto alle richieste), è stata potenziata l’attività del Telefono donna gestito dal Centro pari Opportunità della Regione. Infine la Regione ha finanziato impianti di sicurezza per alcune particolari aziende a rischio assalto. Certo sono interventi pochi visibili o sarebbe meglio dire che non sono impattanti come una retata delle forze dell'ordine, ma lasciando stare il populismo dell'opposizione c'è da ricordare ai cittadini che gli enti locali non hanno competenza sull'ordine pubblico. Anche se con il nuovo patto per la sicurezza le segnalazioni dei primi cittadini recapitate ai prefetti possono essere trasformate in espulsioni, denunce e anche interventi immediati. Con questa mozione il consiglio regionale (ovvero la parte di maggioranza) vuole impegnare la Giunta regionale a: "venga riconosciuto e sostenuto l’impegno di tutti i soggetti istituzionali e le associazioni che nel territorio lavorano per garantire una cultura dell’accoglienza e della legalità contribuendo a rafforzare un sistema di valori condiviso all’interno delle comunità locali che contribuiscano al recupero di fiducia nelle istituzioni e riaffermino l’importanza del rispetto delle leggi come presupposto di convivenza civile e di coesione sociale; siano sostenute tutte le iniziative che puntano alla integrazione per tutte le fascie di popolazione a rischio di esclusione sociale ed emarginazione". Inoltre che la Giunta e gli enti locali sostengano "tutte le iniziative di carattere pattizio che le Prefetture intendano promuovere, sulla scorta dei “Patti per la sicurezza”, in accordo con la Regione, le Province e Comuni, per far fronte ai problemi della microcriminalità e del traffico degli stupefacenti troppo spesso legati tra loro; si rafforzi il coordinamento con gli Enti Locali e gli organi proposti in materia di sicurezza urbana, volta anche al recupero del degrado ambientale e del disagio sociale". Ma l'Umbria deve sapersi confrontare anche gli stranieri e le loro comunità per stilare degli accordi sulla sicurezza cittadini e per dare corso a dei veri e propri corsi di educazione per la legalità all'interno delle scuole, delle istituzioni, delle associazioni e dei servizi sociali. Una cultura della legalità anche all'interno dei luoghi di lavoro e delle leggi sull'urbanistica. Infine nella mozione si chiede il potenziamento dell'osservatorio regionale sulla sicurezza e sulla vivibilità dell'Umbria per creare una banca dati in grado di far analizzare fenomeni e di trovare soluzioni. STEFANO VINTI (capogruppo di Prc) - “LA COMUNITÀ DEVE FARSI CARICO DEI DANNI SUBITI DALLE VITTIME” - Perugia denigrata da una martellante campagna mediatica falsa, con troppe telecamere e troppi giornalisti che rischia di cancellare la città laica e libertaria dove si è formata la classe dirigente di tanti paesi. Il problema non è solo Perugia, ma l’Italia dove è crescita l‘insicurezza, la paura, ma anche la xenofobia. E’ un problema che richiede politiche dure in termini di repressione, ma anche, e con la stessa forza, di rimuovere le cause sociali della insicurezza. E’ un tema importante che la sinistra deve affrontare, sapendo anche che è figlia della precarietà del capitalismo globalizzato. Condivisibile la relazione Lorenzetti, meno quella del sindaco Locchi che, a caldo, ha negato l’evidenza del problema. Il Patto per la sicurezza di Perugia è debole. Sullo spaccio della droga occorre muoversi a livello interregionale. Occorre cambiare la nostra legge sulla sicurezza, partendo dal decisivo aiuto alle vittime della criminalità, ai derubati, a chi ha subito danni sull’appartamento, a chi non trova un falegname pronto ad intervenire. La comunità deve farsi carico dei danni subiti penso alle donne, spesso vittime di maltrattamenti in famiglia, ma prive di un’alternativa alla propria casa dove ogni giorno subisce. Ci sono poi gli anziani soli, privi di un servizio telefonico, della possibilità di chiamare un vigile in tempi brevi. LUIGI MASCI (Pd) “LA SICUREZZA DEVE ESSERE UNA PRIORITÀ DI QUESTA MAGGIORANZA” - Decisivo il tema della sicurezza sul quale è crescita l’attenzione a tutti i livelli, fino a far mobilitare i sindaci per indurre il Governo ad intervenire. La risposta non è mancata: si è agito con un decreto, nell’accordo generale della maggioranza che ha sorpreso anche l’opposizione. La libera circolazione nella Comunità europea ha accentuato i problemi della scurezza: un tema sul quale si specula anche in Umbria nonostante siano fatti sporadici. L’Umbria non detiene record in tema di malavita, dei reati più gravi. Il fenomeno è preoccupante a livello di percezione, ma non nei numeri. Mi riferisco ad esempio ai furti negli appartamenti che provocano grande impatto emotivo. Spetta a noi, come Regione ed enti locali, l’azione preventiva che deve essere complementare a quella repressiva, necessaria. Occorre rafforzare la rete con le forze dell’ordine, con i comuni, con il volontariato 'no profit'. Dobbiamo diffondere la cultura della legalità, a partire dalle scuole, a sostegno della cultura della accoglienza. E’ condivisibile il richiamo di Monsignor Chiaretti, Vescovo di Perugia, al ruolo importante della famiglia, come dei valori in genere. La legge 12 del 2002 ha introdotto strumentazioni innovative, come i sistemi di video sorveglianza; ma serve anche recuperare il degrado ambientale e sociale. E’ necessario combattere lo spaccio della droga e gli affitti in nero. La sicurezza deve essere una priorità di questa maggioranza. Condividi