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di Nicola Bossi Mancano i fondi e forse una vera convinzione che anche la Regione dell'Umbria può fare molto di più per la sicurezza dei propri cittadini - pur non avendo la delega all'ordine pubblico che spetta alle forze dell'ordine -, ma all'interno di una maggioranza spesso ovattata per sentire il vero grido del popolo è passata la convinzione che in Umbria si è più sicuri. Non ci si sente più sicuri. E quindi il diritto alla sicurezza è importante come e uguale al caro-tariffe, al Piano regolatore e ai fondi per lo sviluppo delle aziende. Il Partito Democratico e il nuovo Partito Socialista hanno deciso di aderire ad una mozione unitaria sulla sicurezza, che nasce dalla voglia de La Sinistra-Arcobaleno di ritornare in mezzo alla gente per ascoltare i problemi. La mozione, diciamo la verità non è entusiasmante ma almeno qualcosa si muove. Per molte cose ci si affida al Governo e alla sua finanziaria - in un momento politico non certo di grande stabilità - e per pochi aspetti si punta a cercare nelle proprie tasche per mettere in moto progetti e associazioni che da sempre lavorano sul binomio integrazione-repressione. La premessa della mozione è una presa d'atto molto dolorosa ma che finalmente inquadra in pieno il fenomeno sociale nella regione: "In Umbria la sensazione di insicurezza avvertita tra le persone colloca la regione tra le prime 5 nel panorama nazionale e il numero degli arresti dal 1990 ad oggi è più che quadruplicato, passando dagli iniziali 493 agli odierni 2.079. Il Sole 24 Ore, in occasione del dossier sulla qualità della vita, posiziona Perugia al 7° posto tra le città ideali; Il sopra citato dossier fotografa per le due province di Perugia e Terni un trend per molti aspetti positivo. Perugia, rispetto al 2004, recupera 28 posizioni collocandosi al 46° posto e Terni recupera 12 posizioni collocandosi alla 49° posizione. Il “Rapporto sulla criminalità in Italia” dello scorso Giugno evidenzia come, per il 2006, la Regione Umbria abbia l’incremento maggiore tra le regioni italiane per quanto riguarda le rapine denunciate alle Forze dell’Ordine segnando un + 62.3% pur mantenendo, però, un tasso medio piuttosto basso. Lo stesso rapporto, in conseguenza, in particolare, dei dati relativi al Comune di Perugia, posiziona la nostra regione al primo posto nella distribuzione regionale dei decessi da abuso di stupefacenti ogni 100mila abitanti con un coefficiente pari al 3.12 annoverando per il 2006 26 decessi". La maggioranza del Consiglio regionale è fiduciosa nell'intervento del Governo - già adottato alla fine di ottobre in due diversi testi - per dare una raddrizzata alla situazione. Nella Legge Finanziaria è stato sbloccato il turn-over - ovvero le liste di attesa maturate dai concorsi passati - per avere più agenti in servizio, inoltre si recupera altro personale dagli uffici amministrativi per mandarli in pattuglia. Per la polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza è stato previsto un fondo di 100 Meuro è stato stanziato per gli investimenti nell’ammodernamento dei mezzi a disposizione. Per le caserme umbre vuol dire un rinnovo del parco mezzo di 1milione 400mila euro. Il bilancio complessivo del comparto sicurezza sale dai 7 miliardi e 334 milioni dello scorso anno a circa 7 miliardi e 550 milioni. "Un saldo, dunque, -scrive la maggioranza di centrosinistra - di oltre 200 Meuro in più fatto da più fondi, ma anche da una migliore razionalizzazione delle spese". La Politica umbra e chi governa l'ordine pubblico in regione sarebbe già pronto ad attuare il famoso “Pacchetto Sicurezza" che consente di contrastare lo sfruttamento dei minori in attività criminali o nell’accattonaggio (pene fino a 3 anni per chi si avvale per mendicare di una persona minore degli anni quattordici), di rendere più efficace la collaborazione tra i prefetti e i sindaci e attribuendo a questi ultimi maggiori strumenti per contribuire a garantire la sicurezza pubblica. Consente ai vigili urbani la facoltà di accesso diretto alla banca dati dei veicoli rinvenuti ed a quella dei documenti di identità rubati o smarriti. L'ultimo provvedimento è quello più famoso per via delle liti parlamentari e per la rabbia della Romania nei confronti del Governo Prodi: ovvero la possibilità data ai prefetti di cacciare quei cittadini comunitari per ragioni di pubblica sicurezza. (continua...) Condividi