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PERUGIA - Prendete Enrico Rava e Stefano Bollani e sottoponeteli al blindfold test. Il gioco, molto serio, consiste nel riconoscere chi suona dal solo ascolto di un disco, senza sapere prima di chi si tratta. Ted Panken, giornalista del Down Beat, la storica rivista americana che lo ha inventato, dice che spesso lo fa solo in privato, per non esporre i musicisti a brutte figure. In questo torrido pomeriggio di Umbria Jazz i due jazzmen italiani si sono prestati, a beneficio di una piccola folla che gremiva la libreria Feltrinelli, a dare dimostrazione pratica del loro grado di dimestichezza con la storia del jazz. Che e' molto alta: Rava e Bollani il jazz non lo suonano soltanto benissimo, ma lo conoscono anche, ed in profondita', e lo hanno dimostrato con una specie di divertente show, parlando di jazz a ruota libera, tra aneddoti e considerazioni da addetti ai lavori. In omaggio alla formula del duo tromba-pianoforte, con la quale Rava e Bollani si sono esibiti spesso di recente, Panken ha scelto solo altri esempi simili. L'inizio e' facile, perche' Dizzy Gillespie e Oscar Peterson sono inimitabili e per Rava e Bollani sono stati dei modelli. Bollani: ''Ho cominciato a suonare jazz ascoltando lui, pensavo fossero due i pianisti''. Rava: ''Nessuno come Dizzy''. Con la coppia Chet Baker-Paul Bley e' piu' complicato, perche' se Baker e' uno dei beniamini di Rava (''Adoro Chet, punto e basta''), Bollani ammette che Bley non e' uno dei suoi pianisti preferiti. Il test si complica, e per il terzo brano si parte al buio, ma poi Bollani indovina Martial Solal, del quale tesse gli elogi soprattutto per il livello della tecnica pianistica (Solal e Bollani saranno protagonisti di un duo di pianofiorte nella prossima edizione di Umbria Jazz Winter a Orvieto) e Rava non riconosce Dave Douglas ma dice che il trombettista gli piace. Ancora piu' difficile, con un duo che sembra uscito dai solchi di qualche 78 giri anni '30 o '40. Non e' cosi', e nessuno riesce a riconoscere un Wynton Marsalis molto retro, tanto meno il pianista Eric Lewis, anche se Bollani con molta acutezza nota che sembra (ed e' vero) un pianista moderno che gioca a suonare da antico. Poi c'e' anche una Hello Dolly stralunata, e Rava dice che il trombettista e' Lester Bowie (''un po' esagerato), mentre per John Hicks e' davvero dura. Anche qui pero' Bollani ossserva che, al contrario di prima, questo e' un pianista un po' datato alle prese con una situazione molto piu' moderna. Pubblico accaldato, a dir poco, ma divertito e interessato. Condividi