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PERUGIA - Prostitute sfruttate, a volte cedute in uso o addirittura affittate: e' il quadro emerso dall'indagine condotta dai carabinieri di Perugia che hanno smantellato una presunta organizzazione criminale composta da due diversi gruppi di albanesi e rumeni. Sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse e cinque quelle gia' eseguite, tutte a carico di personaggi originari dell'Albania. Altri sei gli arresti eseguiti in flagranza di reato. Secondo i militari i gruppi avevano operato una spartizione di alcune zone della periferia perugina esercitando un dominio incontrastato in collaborazione tra loro. Dagli accertamenti e' emerso che l'organizzazione era collegata con esponenti e sodalizi residenti in Albania e Romania. L'inchiesta, denominata ''Lily Marlene'', ha permesso ai carabinieri della compagnia di Perugia di scoprire una sistematica opera di reclutamento di donne da destinare alla prostituzione, svolta in Italia o all'estero, e che non teneva conto neppure della minore eta' delle giovani avvicinate. Al reclutamento collaboravano a volte - secondo gli investigatori - le stesse prostitute quando non impegnate nell'attivita'. Nell'ambito della stessa indagine, coordinata dal pubblico ministero Claudio Cicchella, i carabinieri, nel novembre scorso, hanno liberato dallo sfruttamento anche una giovane albanese sedicenne, fatta arrivare dal suo Paese in Italia e costretta a prostituirsi sulle strade del capoluogo umbro. Dall'attivita' di intercettazione, infatti, era emerso che la minore stava cercando di ribellarsi ai suoi aguzzini che la tenevano segregata in un appartamento alla periferia di Perugia. Quindi l'intervento dei militari, che ha portato a due arresti in flagranza per sequestro di persona e a due fermi per sfruttamento della prostituzione minorile, a carico di soggetti albanesi e rumeni. I particolari dell'operazione ''Lily Marlene'' sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del comandante provinciale dell'Arma Carlo Corbinelli e di quello della compagnia del capoluogo umbro, Giovanni Cuccurullo. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip Paolo Micheli, sono state eseguite a partire dalle prime ore di questa mattina a Perugia, Foligno e Bastia Umbra in contemporanea a 12 perquisizioni. Impegnati i carabinieri della compagnia del capoluogo umbro, unitamente ai colleghi di quelli di Assisi e Foligno e unita' cinofile di Bastia Umbra. I sette stranieri a carico dei quali sono state emesse le ordinanze di custodia sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e solo due di questi, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Tra i soggetti finiti nella rete dei carabinieri anche un albanese di 28 anni, Halilaj Bashkim, ritenuto dagli investigatori il capo di uno dei due gruppi criminali. L'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti e' stata eseguita nel carcere perugino di Capanne dove lo straniero si trovava dal 25 giugno scorso per detenzione di stupefacenti. L'altro presunto capo dell'organizzazione, invece, l'albanese Lirim Kolmaka, 38 anni, e' attualmente ricercato ma e' stato localizzato all'estero. Ricercata anche una rumena di 26 anni, Mihaela Georgeta Ignatescu, ritenuta dagli investigatori una delle donne che, oltre a prostituirsi provvedeva anche al reclutamento delle ragazze e alla loro sistemazione una volta giunte nel capoluogo umbro. Gli altri cinque soggetti, invece, tutti albanesi di eta' compresa tra i 24 e 27 anni, sono stati arrestati questa mattina. Dall'indagine e' emerso che i due gruppi avevano raggiunto un dominio incontrastato, esercitato su zone della periferia perugina, dove venivano fatte prostituire le ragazze. Un dominio reso tale anche - secondo gli investigatori - dalla continua collaborazione tra le due fazioni. Condividi