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PERUGIA - Quanto rende una grande manifestazione culturale, per esempio Umbria Jazz, alla citta' che la ospita, in questo caso, Perugia, in termini di indotto economico? Il tema e' molto discusso, ma i dati oggettivi sono sempre difficili da acquisire. Oggi, alla immediata vigilia del festival, e' stata presentata una parte della ricerca compiuta durante l'edizione dell'anno scorso dalla facolta' di Economia dell' Universita' di Perugia che fornisce elementi piu' precisi. Una indagine simile era stata compiuta soltanto dalla Bocconi di Milano. Il campione preso in esame ha riguardato 121 attivita' commerciali del centro: il 61% ha registrato un aumento delle vendite durante il festival, per il 28% non ci sono state variazioni e l'11% dichiara una diminuzione. L'indagine ha stimato, aggregando una serie di dati, che la spesa complessiva del pubblico di Uj, escludendo quello residente in provincia di Perugia, sia di oltre 2,7 milioni di euro, non considerando l'incasso dei biglietti (che in media si aggira su 1- 1,2 milioni) ed il merchandising ufficiale. Le prime voci di spesa sono alberghi e ristoranti, seguono bar, libri, giornali, cd, abbigliamento. Riguardo ai visitatori l'eta' media e' di 39 anni, il 13% e' straniero (molti gli scandinavi e gli americani) e tra gli italiani, le regioni piu' rappresentate, oltre a quelle limitrofe all' Umbria (Toscana, Lazio, Marche ed Emilia Romagna), sono Lombardia, Veneto e Campania. Si tratta di un pubblico con un tasso elevatissimo di scolarizzazione: ben il 92% ha un diploma superiore o una laurea. Non meraviglia quindi che il 27% vada anche per chiese e monumenti, il 17% visiti i musei e l'11% le mostre. Il 3,5% dichiara di approfittare di Umbria Jazz per fare un salto anche al festival di Spoleto che e' quasi contemporaneo. La permanenza media e' pari a 1,82 notti, e c'e' un campione piuttosto esteso (il 18%) che si ferma da tre notti in su, fino ai patiti che restano tutto il festival. E' un pubblico affezionato, quello di Umbria Jazz: il 44% e' alla sua prima edizione, per la maggioranza invece si tratta di un ritorno, ed il 17% dichiara di aver visto 5 o piu' edizioni. L'indagine ha preso in considerazione anche altri dati sul festival come la composizione del bilancio, compresa l' incidenza di sponsor privati e contributi pubblici, e l'identita' dei fornitori. Infine le conclusioni: Umbria Jazz porta in citta' tanta gente, ma l'indotto e' minore di quanto potrebbe essere per via di una mancanza di offerta commerciale adeguata nel centro storico: poco viene speso per esempio per artigianato e prodotti tipici dell'enogastronomia. Condividi