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I congressi di circolo di Rifondazione sono terminati. Il congresso nazionale è imminente e la situazione vede Vendola leggermente avanti a Ferrero. Il perdurare del clima rovente dentro Rifondazione è ormai indigesto per tutti. C'è voglia a livello regionale di governare insieme. Nella direzione nazionale sarà quello che sarà. Il segretario regionale Stefano Vinti vuole essere il primo a smorzare i toni e aprire una nuova stagione politica, come dismostrano le sue parole dei giorni scorsi. Segretario, lei conferma la decisione della sua mozione (Ferrero) e quella del suo gruppo di ritornare all'armonia, almeno in Umbria, guidando insieme all'altre correnti il partito? "Confermo e rilancio questa formula. A Perugia, dopo i congressi dei circoli, è prevalsa la linea Ferrero. A Terni c'è stato un testa a testa e alla fine ha avuto maggiori consensi quella di Vendola. Ci troviamo di fronte ad un bivio o spaccarsi arrocandoci ognuno nella sua piccola vittoria, o governare insieme il partito per ridare nuova energia dopo la stanchezza di questi tempi buii. Ma c'è di più secondo me da fare...". Cosa ha in mente? Una nuova ricetta politica-amministrativa per riguadagnare consensi? "Diciamo che stiamo pensando ad una doppia strategia. La prima riguarda ancora gli strascichi della politica interna: ovvero bisogna ridare gambe e forze al progetto di una sinistra allargata imparando dal passato. Ovvero: non c'è bisogno di sciogliere i partiti (questo ce lo hanno detto gli elettori alle ultime politiche) cancellando strutture che producono consenso, progetti e ascoltano fette importanti di popolo. Ma allo stesso tempo c'è bisogno di una sinistra moderna nei progetti e antica nei valori di riferimento. Quindi ridiamo vita alle case della sinistra, ai tavoli e ai pensatoi: l'obiettivo deve essere quello di una sinistra al cui interno sopravvivino il Prc, le associazioni, il Pdci, Sinsitra Democratica, pezzi del Partito socialista, anti-berlusconiani e mondo del lavoro senza tessera. Dobbiamo colpire come un pugno unico all'esterno e al governo delle città, ma allo stesso tempo senza dimenticare che la mano è composta da cinque dita, con il proprio ruolo, la propria storia". E la seconda strategia? "E senza dubbio quella dei contenuti: costringere gli enti regionali, provinciali e territoriali a discutere sul nuovo stato sociale che tenga conto delle difficoltà di pensionati, precari e disoccupati. Si deve partire dai salari, dalle protezioni sociali, da una stagione per la casa popolare, dagli accordi con le aziende per rafforzare i diritti dei lavoratori e, anche questa è una propriorità, portare avanti una sanità che con i nuovi strumenti tecnologici (penso al cablaggio con internet super-veloce...la famosa banda larga) possa arrivare direttamente nelle case dei pazienti dei piccoli e medi centri umbri. La tele-assistenza, la tele-cardiologia sono il futuro. In questa maniera si sopperisce ai grandi accorpamenti di ospedali che hanno tolto i piccoli nosocomi. Appaltopoli della provincia e le mille inchieste obbligano la politica a superare la politica egemone delle tre c: costruttori, cavatori e cementieri. Serve una nuova industrializzazione dell'umbria basata sull'etica e sulla qualità" La questione sicurezza è ritornata tabù anche per il prc umbro che ne aveva fatto una propria bandiera? "Resta un punto importante per la nostra politica amministrativa degli enti locali. Ma noi non siamo né giustizialisti né nuovi manganellatori che prendono le impronte ai bambini solo perchè appartenenti ad una etnia diversa dalla nostra. Noi abbiammo fatto delle proposte chiare, utili e facilmente realizzabili. Abbiamo chiesto di istituire la sera un servizio di taxi, a tariffa standard, per donne e pensionati. Abbiamo pensato alla realizzazione di colonnine di emergenza nei parchi. Strutture collegate alla centrale della polizia municipale dove il cittadini può avvertire in tempo reale le autorità su molestie, abusi, spaccio e altre infamità. Abbiamo anche detto che senza dialogo non si va da nessuna parte: ecco dunque la figura del mediatore di quartiere che argina gli scontri tra italiani e migranti, tra generazioni differenti, tutto ascoltanto, parlando e mettendo un moto un confronto che produce una mediazione. Questa è sicurezza. La repressione della criminalita'non spetta alla politica locale ma soltanto al Governo e alle forze dell'ordine". Tornando alla politica interna: tra poco ci saranno i congressi provinciali di Perugia e Terni, dove si dovranno eleggere anche i nuovi segretari...altro scontro in vista? "Da parte mia farò di tutto perchè questo non avvenga in nessun consesso politico del partito. Abbiamo detto che si deve governare insieme e questo lo faremo. Le mozioni dovranno proporre candidati in grado di rispettare la volonta della maggioranza degli iscritti, ma devono essere garanti anche delle minoranze interne dando ruoli di governo e controllo. In caso contrario il partito sarà un cumulo di macerie fumanti". Condividi