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Domani, mercoledì 19 dicembre 2007, alle ore 14.30, alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia, si terrà il terzo seminario del ciclo “Libri e Autori”, organizzato da Fabio Bianconi, docente dell’ateneo perugino. L’architetto Tommaso Empler di Roma presenterà il suo libro “Eliminazione delle barriere architettoniche”. Sostiene l’architetto che con l’introduzione dei principi dell’universal design avviene una vera e propria rivoluzione copernicana nel modo di affrontare il tema dell’accessibilità, poiché l’attenzione viene spostata dai limiti fisici del disabile ai requisiti che gli oggetti e gli spazi devono possedere per essere fruiti da tutti. Questa operazione porta, da parte del progettista, ad un ripensamento degli spazi urbani, degli edifici e degli oggetti non in funzione della loro “messa a norma”, ma in funzione del loro migliore utilizzo da parte di tutti i potenziali fruitori degli stessi. Si possono, in modo schematico, enunciare sette “principi” dell’universal design, ovvero sette principi guida nel processo progettuale, nonché indicatori qualitativi utili per valutare gli oggetti/elementi presenti sul mercato e/o realizzati in relazione alla loro utilizzabilità da parte di chiunque. Principio uno: equità nell’utilizzo L’oggetto per essere utile a tutte le persone con diverse forme di abilità/disabilità deve avere i seguenti requisiti: Consentire la stessa modalità d’uso a tutti gli utilizzatori: identica laddove possibile; equivalente negli altri casi. Evitare di segregare o stigmatizzare qualsiasi utilizzatore. Soluzioni per la sicurezza e la privacy devono essere equamente disponibili per tutti gli utilizzatori. Principio due: flessibilità nell’uso L’oggetto deve assecondare una grande gamma di capacità e preferenze individuali: Consentire di scegliere la modalità d’utilizzo. Consentire un utilizzo sia alle persone mancine che destrorse. Facilitare l’accuratezza e la precisione dell’utilizzatore, anche adattandosi alle diverse modalità di utilizzo. Principio tre: uso semplice ed intuitivo L’uso dell’oggetto deve essere facile da capire, in relazione all’esperienza dell’utilizzatore, alle sue conoscenze, capacità di linguaggio e al suo corrente livello di concentrazione. Eliminare la complessità non necessaria. Essere in linea con l’aspettativa e l’intuizione dell’utilizzatore. Soddisfare una larga gamma di capacità di linguaggio e di letteratura. Organizzare la consistenza dell’informazione in rapporto alla sua importanza. Consentire una interazione ed un feedback durante e dopo il completamento dell’azione. Principio quattro: informazione percepibile L’oggetto deve comunicare l’informazione effettivamente necessaria a tutti gli utilizzatori, con riguardo alle condizioni dell’ambiente e alle capacità sensoriali dell’utilizzatore stesso. Usare differenti modalità di comunicazione (verbali, tattili, immagini iconiche, pittogrammi) per consentire la presentazione delle informazioni essenziali. Prevedere un adeguato contrasto tra l’informazione essenziale e il suo intorno. Massimizzare la “leggibilità” delle informazioni fondamentali. Differenziare gli elementi in funzione dei modi in cui possono essere descritti (per esempio, rendere semplice fornire istruzioni o direzioni). Prevedere compatibilità con una varietà di tecniche o ausili usati dalle persone con limitazioni sensoriali. Principio cinque: tolleranza per l’errore L’oggetto deve ridurre i pericoli e le conseguenze negative di azioni accidentali o non intenzionali. Organizzare gli elementi per minimizzare gli errori e i pericoli: la maggior parte degli elementi utilizzati devono essere accessibili; gli elementi più pericolosi devono essere eliminati o isolati. Prevedere degli avvertimenti per i pericoli o gli errori. Scoraggiare le azioni inconsce in oggetti che richiedono vigilanza. Principio sei: poco sforzo fisico L’oggetto deve poter essere utilizzato efficientemente e confortevolmente con poca fatica. Consentire di mantenere una posizione neutra del corpo. Usare una ragionevole forza operativa. Ridurre le azioni ripetitive. Ridurre sforzi fisici prolungati. Principio sette: spazio e dimensione per l’approccio e l’uso Deve essere previsto un appropriato spazio per avvicinare, raggiungere, manipolare e usare gli oggetti in funzione del proprio corpo, postura o capacità di mobilità. Prevedere una chiara linea visiva per gli elementi importanti per ogni utilizzatore seduto o in piedi. Rendere il raggiungimento di tutte le componenti confortevole per ogni utilizzatore seduto o in piedi. Prevedere variazioni nelle dimensioni della presa. Prevedere adeguato spazio per l’uso di strumenti o personale di assistenza. Condividi