folena.jpg
di Daniele Cibruscola PERUGIA – All’assemblea di Mediacoop Umbria oggi era stato invitato anche Pietro Folena, parlamentare del Prc e Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che in un lungo intervento ha definito i contorni dell’attuale situazione delle comunicazioni Italiane e ha cercato di spiegare le (non)politiche poste in essere dal governo per fronteggiare i malesseri di un mercato che non conosce stabilità da ormai molti anni. Duro e netto il giudizio su questo punto: “E’ stato umiliante – ha detto Folena in apertura del suo intervento – il percorso delle finanziarie di questi ultimi 2 anni. E anche quest’anno (la legge di bilancio ormai sta per essere approvata) il governo non ha stanziato le risorse necessarie al raggiungimento di una soluzione concreta e all’attuazione delle riforme previste. (…) Il governo, su questi argomenti, è “desaparecido”, latitante”. E sui temi sollevati dai rappresentanti di Mediacoop, duopolio del mercato pubblicitario e precarietà del lavoro in primis, il sentimento non poteva essere che condiviso. Il Presidente della Commissione Cultura ha infatti fatto notare come, diversamente da Paesi quali Francia, Germania e Inghilterra, in Italia vi sia un giro di introiti derivanti da attività pubblicitarie fortemente ridotto; di minore entità proprio perché principalmente diretto all’editoria televisiva (come fatto presente anche da Grassucci, presidente di Mediaccop) e perché privo di soggetti “locali” cui potersi riferire. Attenzione al territorio e concorrenza quindi. Ma anche minore precarietà, distinzione dei ruoli (in riferimento alla massiccia presenza delle banche nel panorama dell’editoria italiana), e qualità del servizio offerto. Salutando l’assemblea, Folena ha poi parlato anche di RAI. “Non si può lasciare – ha dichiarato – la più grande azienda culturale del Paese nelle critiche condizioni in cui verte attualmente”. Con un cda devastato e sfiduciato e con un peso dei partiti, sulla programmazione ma anche sui contenuti, superiore a quello di qualsiasi altro Paese democratico. “La RAI – ha concluso perplesso – è stato il maggiore organo informativo del principale partito di opposizione”. Condividi