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E’ scoppiate la guerra dei trasporti nella zona nord del comune di Perugia. A guidarla è il circolo locale di Rifondazione Comunista che ha raccolto il vasto malcontento che si va diffondendo fra i cittadini per il pesante taglio di corse che viene ipotizzato dal nuovo Piano comunale per la mobilità. In questo documento, infatti, oltre ad un sensibile sfoltimento delle corse verso la città, che si accompagnerebbe con un consistente allungamento dei tempi di percorrenza, si ipotizzerebbe, ed è questa la cosa che più preoccupa, la scomparta totale dei collegamenti diretti verso il polo unico Ospedaliero del Santa Maria della Misericordia. Non è concepibile, afferma Gianmario Moretti, segretario del circolo “Perugia-nord” del Prc, che nel momento in cui si afferma di voler portare avanti politiche di contrasto nei confronti dell’uso del mezzo privato, ad un’area così vasta, che va da Piccione a Colombella, da Fratticiola Selvatica a Casa del Diavolo e Ponte Pattoli, passando per Ramazzano, Bosco, Ponte Valleceppi, Resina e così via, si lasci, come unica alternativa pratica, proprio l’uso del mezzo privato. La nota dolente sta nel fatto che con questo nuovo piano della mobilità si stabilisce l’unificazione in una delle tre linee attualmente esistenti: una sola che, partendo da Piccione, dopo aver percorso un tortuoso cammino, arriva a Piazza Partigiani dopo 55 minuti. Oltre tutto con orari ritenuti assurdi. Ad esempio, al mattino la prima corsa partirebbe alle 6, con arrivo in piazza Partigiani alle 6,55. Una seconda ne è prevista con partenza alle 7,25 ed arrivo alle 8,21. Poi più nulla fino alle 12,23 ed arrivo a Perugia, sempre in piazza Partigiani, alle 11,19. Si comprende bene, quindi, che chi non vuole fare una levataccia, o comunque perde per qualsiasi motivo, le prime due corse, quando, dopo le 11,19, riesce a prendere da piazza Partigiani una coincidenza per andare all’ospedale (si badi bene con ulteriore cambio a San Sisto), raggiunge la meta dopo il mezzogiorno, vale a dire troppo tardi per eseguire un analisi ed anche per visitare un malato, trattandosi dell’ora in cui di solito viene servito il pranzo ai degenti. La sola alternativa che gli resta allora, se non vuole magari consumare un giorno di ferie, è quella di mettersi in macchina. “Un piano della mobilità – osserva ancora Moretti – che nasce monco, perché prevedeva questo collegamento con l’ex Silvestrini attraverso il prolungamento della corse della Fcu in direzione del Polo unico". "Solo che per accedere sui binari delle Fs si doveva stipulare una convenzione che prevede il pagamento di un canone di 2 milioni di euro annui, soldi che il Comune di Perugia non ha a disposizione, per cui questo progetto è saltato. Perciò non si può fare finta di nulla e continuare ad andare avanti come se questo sia un “piccolo particolare” senza valore. Amministrazione comunale – continua Moretti – che “ha concentrato ogni suo sforzo per la realizzazione del minimetrò, un servizio certamente utile per la città, ma che ha interamente prosciugato le casse dell’ente che non può ora abbandonare a se stesse le aree più periferiche". Quindi il servizio degli autobus extraurbani deve assolutamente restare quello attuale, come del resto era stato già richiesto all’assessore Antonello Chianella nel corso di un assemblea svoltati ad ottobre a Piccione, organizzata sempre dal circolo di Rifondazione Comunista. In quell’occasione Chianella si era impegnato a verificare la situazione ed a tornare a Piccione al più presto, per riferire su eventuali novità. Ora Rifondazione reclama che questo nuovo incontro di popolo si faccia al più presto. Intanto, per non stare con le mani in mano, ha fatto partire, al grido “Perugia Nord non può essere figlia di nessuno e reclama un efficiente trasporto pubblico”, una sottoscrizione popolare alla quale, è certo, non mancheranno le adesioni. Condividi