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Dopo una prima, attenta lettura e analisi della bozza del piano regionale dei rifiuti redatto dalla Oikos Progetti, azienda affidataria dello studio, ed assunto dalla Giunta Regionale, oltre ad evidenziare e sottolineare il grande lavoro di elaborazione dei dati, si può soltanto concordare sulle direttive d’azione che costituiscono l’ossatura del piano rifiuti. Infatti, non si può che essere d’accordo sulle politiche di riduzione a monte dei rifiuti, anche considerando la limitata possibilità di intervento a livello regionale, su una raccolta differenziata ottimale che porti al rispetto delle percentuali-obiettivo stabilite dal Ministero dell’Ambiente e su una chiusura del ciclo dei rifiuti che sia condivisa e rispettosa dell’ambiente e delle richieste dei cittadini. In merito alle strategie per incrementare la raccolta differenziata, il partito della Rifondazione Comunista, avvalendosi del contributo di gruppi di lavoro esperti in materia, in occasione di incontri con i responsabili della redazione del Piano, ha proposto un progetto di ottimizzazione per il ciclo dei rifiuti differenziati, per garantire il raggiungimento delle quote previste e indicando tecnologie avanzate per lo smaltimento qualitativo. Tra queste, la tecnologia a RFID ( una fascetta elettronica contenente dati e facilmente leggibile da una semplice apparecchiatura ), che permette la tracciabilità del rifiuto e la valutazione del differenziato conferito, in modo da applicare sistemi di tariffazione che permettano di incentivare l’utente che aderisce alla raccolta differenziata. Le quote minime previste per legge sono: a) almeno il 35% entro il 2006; b) almeno il 45% entro il 2008 e, c) almeno il 65% entro il 2012. Ovviamente la quota prevista del 65% di differenziato nel 2012 deve essere considerata come un primo traguardo di un obiettivo più ambizioso (ma realizzabile), che possa portare le percentuali a superare il 70%, per dare continuità all’impegno dei cittadini e per e per non vanificare il lavoro di sensibilizzazione e di educazione civica e ambientale che preludono a queste scelte. In questi incontri, si è discusso, e proposto un metodo di trattamento che porti alla riqualificazione e al superamento delle discariche, nonchè alla trasformazione del rifiuto differenziato in materia prima da rendere commerciabile. Il metodo proposto è quello del “Parco della Rivalorizzazione”, un’idea innovativa, sia da un punto di vista ecologico che economico, di trattamento del differenziato caratterizzato da importanti risvolti occupazionali. Resta la questione della chiusura del ciclo e del superamento delle discariche, cioè della parte non differenziata. Nella bozza del piano regionale dei rifiuti, si fa riferimento a quel 35% di sovvallo, che, almeno in prima istanza, non può rientrare nel ciclo del recupero. Per questa parte residua si è avanzata l’ipotesi dello “smaltimento qualitativo”, cioè l’uso dei sistemi di smaltimento ad alta tecnologia, orientati alla trasformazione in residui inerti riutilizzabili per usi industriali. L’utilizzo di queste tecnologie è indicato per quantità commisurate alla possibilità di questi impianti. Ad esempio il sistema THOR (Total House Waste Recycling), elaborato dall’Enea, è già in uso presso il Comune di Terranova, in provincia di Messina. Oppure si potrebbe utilizzare la tecnologia ad “estrusione” in funzione a Vedelago (TV). Negli Usa si sta facendo strada il “plasma-converter” brevettato e distribuito dalla Startech Inc., che inertizza materiali altamente tossici e nocivi trasformandoli in gas per la produzione di idrogeno. A nostro parere, l’uso di queste tecnologie per far fronte al 30-35% restante di rifiuto indifferenziato, può essere la soluzione più coerente con una politica ecologista che guarda al futuro. Sul destino di questo 30-35% la discussione è ancora aperta e vibrante, perchè molti indizi lasciano intendere che la scelta più probabile sarà quella dell’inceneritore. Quindi, sulla chiusura del ciclo è necessario fare una riflessione e una considerazione sui molti fattori ambientali e sociali che ogni soluzione potrà comportare. Come prima cosa è impellente impegnarsi in modo deciso al raggiungimento di quanto previsto per legge; nel frattempo, è indispensabile valutare la scelta impiantistica più opportuna senza scartare aprioristicamente soluzioni innovative che potrebbero offrire un valido contributo allo sviluppo della nostra regione. Condividi