mons. paglia.jpg
“Non si lavora solo per guadagnare; si lavora anche per rendere il mondo più bello per tutti. Per questo va recuperata una cultura del lavoro che metta l'uomo al culmine dell'attenzione". Con queste parole mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, ha voluto ricollocare il lavoro dell’uomo al centro. Lo ha fatto pronunciando una forte omelia durante la Messa di Natale celebrata nel capannone della Società delle fucine, presenti, oltre a numerosi operai delle acciaierie, con le loro famiglie, anche le massime autorità della Regione e del Comune di Terni: la presidente Maria Rita Lorenzetti, il sindaco Paolo Raffaelli, e il vice sindaco Feliciano Polli. Presenti anche l'amministratore delegato della TK Ast Harald Espenhahn e il responsabile delle relazioni esterne, Ulf Koller. Una messa che secondo il presule quest’anno assume un significato ancora maggiore perché “segnata dal dolore per la tragedia che ha coinvolto gli operai dello stabilimento della Thyssen di Torino'', città con la quale Terni altre volte negli anni si è stretta nei momenti difficili che quella fabbrica stava vivendo, fino a creare con essa un singolare legame. Ma vi sono stati anche altri momenti nei quali Mons. Paglia ha esaltato il lavoro. Quando, ad esempio, ha detto di voler celebrare la Messa “per questi morti, perché il Signore li faccia rinascere ad una vita nuova, e viverla con i vivi, perché il Signore li aiuti in questi difficili momenti e li protegga nei giorni futuri''. ''Quest'anno - ha detto ancora il vescovo – Rivolto ai familiari delle vittime di Torino: ''per loro e' un Natale duro, durissimo''. “Un Natale che viene in fabbrica prima che altrove. Sì, quest'anno il Natale viene qui, nello stabilimento della Thyssen Krupp e in tutte le fabbriche; viene nei cantieri edili, nelle officine, nelle stazioni ferroviarie, i tutti i luoghi di lavoro''. E, rivolgendosi direttamente ai lavoratori, ha aggiunto: "quest'anno Gesù nasce in fabbrica, vuole starvi accanto, vuole aiutarvi perché la vostra vita sia non solo sicura, ma anche bella, e vuol dire a tutti il rispetto che si deve alla vita dei lavoratori come voi perché maggiormente esposta ai rischi". Concludendo poi con una netta condanna dell'egoismo che causa troppe morti bianche, perché "è vero, purtroppo, che talora nei luoghi di lavoro la vita non sembra trovare il posto che merita. Ed è per questo che la morte si fa largo più facilmente”. Condividi