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Profonda impressione a Terni, per la notizia della morte di un quinto operaio della ThyssenKrupp rimasto coinvolto nel rogo di Torino: una tragedia che non sembra avere fine. Uno sconforto che è stato particolarmente forte fra gli operai delle acciaierie ternane. Infatti la notizia è arrivata proprio mentre all’interno dello stabilimento il vescovo della città, mons. Vincenzo Paglia, stava celebrando la Messa di Natale e immediatamente il prelato ha invitato tutti a pregare per Rocco Marzo. Una preghiera che è stata seguita con commossa partecipazione dai lavoratori e dai loro familiari presenti alla celebrazione. La notizia della morte dell'operaio torinese è stata comunicata a monsignor Paglia subito dopo la sua omelia. Ad informarlo è stato il cappellano della fabbrica, don Marcello Giorgi, che era stato a sua volta avvertito da un rappresentante della curia. Contemporaneamente sono stati avvertiti anche i rappresentanti istituzionali presenti, la presidente della giunta regionale Maria Rita Lorenzetti, il sindaco di Terni Paolo Raffaelli e il vicesindaco Feliciano Polli, che si sono anch’essi uniti al generale cordoglio. Anche la ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni ha voluto far sentire la sua voce in questa circostanza e, con una sua nota, si è dichiarata vicina ai familiari di Rocco Marzo. "Abbiamo appreso della morte del nostro collega Rocco Marzo avvenuta questa mattina all'Ospedale Molinette diTorino. – vi si legge - esprimiamo il nostro più sincero cordoglio alla famiglia e non mancheremo di stare vicini a loro assicurando tutto il supporto umano e finanziario necessario". Intanto, come abbiamo scritto ieri, gli accertamenti in corso sulle ragioni del rogo investono sempre più anche Terni. Infatti, per disposizione del procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello si sta monitorando anche lo stabilimento di Terni per accertare che gli operai stiano lavorando in sicurezza. Per quanto riguarda, invece, lo stabilimento di Torino, appare assai improbabile che in questo possano essere riprese le attività, considerato che ne era stata già decisa la chiusura ancora prima dell’incidente. In via del tutto teorica potrebbero essere rimesse in funzione le linee di produzione non coinvolte nel disastro (al momento sono sottoposte al sequestro solo la linea 5, per eseguirvi i necessari trattamenti tecnici, e la linea 4 ad essa collegata), come il laminatoio, la cesoia, l'imballo, la spedizione, i carri ponte, ma e molto difficile che gli operai se la sentano di ritornare in fabbrica e che la stessa TyssenKruppo valuti conveniente una riapertura, anche se l'azienda aveva espresso nei giorni passati l’intenzione di mantenere comunque al lavoro tutti i dipendenti dello stabilimento. Del resto perfino i sindacati si dicono scettici su questa possibilità, ritenendo che a questo punto l'azienda rimarrà chiusa per sempre. E "quello di una possibile riapertura, per soli tre mesi di lavoro - ha detto Ciro Argentino, delegato sindacale – è un falso problema". Intanto si attende che domani l'Asl torinese depositi, se non vi saranno rinvii, la verifica eseguita su tutte le linee di lavorazione dello stabilimento. Condividi