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Innanzitutto ai familiari esprimiamo il nostro profondo cordoglio, certi che la magistratura accerterà le responsabilità del caso. Detto questo, però, non passa giorno che il governo Berlusconi, ed in particolare il ministro del welfare Sacconi, non lamenti le norme troppo rigide in materia di sicurezza che strangolano le imprese, annunciando di voler mettere mano al testo unico sulla sicurezza varato nella scorsa legislatura per merito delle forze della sinistra, con l’obiettivo di ammorbidire le pene per i responsabili delle morti sul lavoro. Obiettivo su cui si sta impegnando, con tutta la sua forza, Confindustria. Ecco, Rifondazione comunista dell’Umbria vorrebbe sapere da questo governo e da Confindustria quale è il confine oltre il quale la vita non vale più nulla, oltre il quale la sicurezza è un optional, oltre il quale le morti sul lavoro diventano “bianche”. Vorremmo sapere se la linea che seguono è quella di scaricare le responsabilità degli incidenti sui lavoratori, preferibilmente morti nell'incidente, come nel caso della Umbra Olii di Campello. Per quanto ci riguarda proponiamo una giornata di lutto e di mobilitazione perché in Italia e in Umbria si possa lavorare per vivere e non per morire. Stefano Vinti Presidente gruppo regionale Prc Umbria Condividi