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Rocco Marzo non ce l’ha fatta e, dopo aver lottato vanamente per una decina di giorni contro la morte, si è spento questa mattina all’ospedale Molinette di Torino dove era stata ricoverato fin da subito in condizioni disperate. Capoturno e prossimo alla pensione (aveva 54 anni), era stato investito anche lui, come i suoi compagni della linea 5, dal maledetto olio biollente e infiammato che da dato origine al tremendo rogo che gli ha portato via la vita. Sposato, con due figli maggiorenni, di 22 e 26 anni, era stato sottoposto a due operazioni tentate dai chirurghi plastici delle Molinette per la rimozione dagli arti superiori e inferiori della cute bruciata dall'olio bollente, ma, come ha dichiarato il dottor Giorgio Passalacqua, dell'equipe di rianimazione del pronto soccorso dello stesso ospedale, “Sono subentrate complicanze in molti organi e apparati che nei pazienti con ustioni superiori al 60% del corpo, portano alla morte nel 95% dei casi". “Abbiamo utilizzato tutte le tecniche a disposizione nell'ottica di garantirgli la migliore assistenza possibile –a poi aggiunto-, purtroppo le sue ferite erano troppo profonde". Le ustioni di Rocco Marzo erano infatti estese sull’80% del suo corpo e ciò spiega l’impossibilità di salvargli la vita, anche se, miracolosamente, continuano a sopravvivere i due suoi giovanissimi colleghi (entrambi ventiseienni), Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò. Il primo è ricoverato al Centro grandi ustionati del Cto di Torino e l'altro all'ospedale Villa Scassi di Genova Sanpierdarena, ma, come ha confermato sempre il dottor Passalacqua, da notizie indirette giunte a Torino, si sa che anche le loro condizioni restano assai critiche. Come hanno stabilito le perizie, il rogo che ha coinvolto la squadra degli operai della linea 5 fu provocato dalla rottura di un manicotto nel quale scorreva l'olio, dopo che si era verificato un principio di incendio che le stesse vittime avevano provato a sedare. Il malfunzionamento degli estintori ed altre disfunzioni verificatesi nei sistemi di pronto intervento, hanno però impedito loro di portare a termine con successo l’intervento. Sulle cause di queste disfunzioni, come abbiamo già scritto ieri, sono ora in corso accertamenti da parte del pm Raffaele Guariniello, ai cui collaboratori alcuni operai della ThyssenKrupp da loro interrogati, hanno confidato che l’azienda veniva regolarmente informata con qualche giorno di anticipo della ispezioni disposte dalla Usl per verificare proprio il funzionamento dei sistemi di prevenzione degli incidenti. Condividi