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Negli ultimi dieci anni in Italia la vendita di preservativi è cresciuta di appena il 2% a fronte di un sensibile aumento del contagio da Hiv che oggi colpisce principalmente gli eterossessuali, delle malattie veneree e sessualmente trasmissibili, del ricorso alla pillola del giorno dopo. E' quanto ha spiegato oggi in Italia la ginecologa e oncologa Alessandra Graziottin parlando dello stato della contraccezione nel nostro Paese, in occasione dell'avvio della "campagna antivergogna rivolta al mondo femminile" intitolata "Mi fido di te - Mi amo e mi proteggo". "Un'iniziativa che ha lo scopo di sensibilizzare soprattutto le donne, nei luoghi più frequentati dai giovani, all'assunzione in piena coscienza e autonomia di un ruolo decisionale nell'acquisto e nell'uso del preservativo 'maschile'" spiega Giulia Sica, ideatrice del progetto che oltre al materiale informativo sta distribuendo un pacchetto rosa (molto simile a una confezione di chewingum) con all'interno tre preservativi in vendita a 0,99 centesimi di euro (circa un terzo del prezzo della concorrenza) nelle farmacie e nella grande distribuzione ma anche nei centri estetici e nei parrucchieri per signora. "Di fronte ad aumento esponenziale della promiscuità e delle malattie sessualmente trasmesse dobbiamo ricordare che il profilattico è un metodo efficace che va utilizzato sempre, anche in caso di rapporti orali e in quelli anali, prescindendo dal giudizio affettivo e di stima che si da del proprio partner" spiega Alessandra Graziottin, introducendo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità che evidenziano come in Italia il condom è utilizzato dal 28% della popolazione, contro il 31,6% che come metodo di contraccezione ricorre al coito interrotto. Tra gli under 18 la situazione è ancora più grave perché il 33% dei giovanissimi non adotta precauzioni in occasione del primo rapporto, il 25% non utilizza alcun metodo contraccettivo e il 22% adotta il coito interrotto". Negli ultimi dieci anni le vendite di profilattici sono cresciuti di appena il 2%, aumentando di poco dopo che nel 2005 il mercato era crollato di fronte al fatto che l'Aids, grazie ai nuovi farmaci, si era trasformato da malattia letale a cronica. Il 2005 aveva segnato un anno di inversione dopo la forte crescita registrata nel periodo 1995-1999, anni bollenti per la campagna contro l'Aids. "L'errore storico è stato spingere l'uso del preservativo soltanto per difendersi dal contagio dell'Aids e incentrare le campagne di prevenzione sui tossicodipendenti e le comunità gay" spiega Graziottin, che sottolinea come "oggi la popolazione più colpita dal virus dell'Hiv e più a rischio è quella degli eterosessuali, passata in dieci anni, dal 1997 al 2007, dal 20,7% al 43,7%, mentre tra i tossicodipendenti si registra un vero e proprio crollo: dal 58,1 al 27,4%". "Se è vero che dal 2000 abbiamo curve stabili dell'infezione da Hiv, è altrettanto vero che dal 1981 ad oggi in Italia - spiega ancora la dottoressa - si sono registrati circa 59mila casi di Aids, che sono tantissimi, anche perché circa il 50% di queste persone scopre di essere malato solo di fronte a una polmonite o un altri gravi sintomi, il che significa che, per anni, fino a quel giorno, ha infettato senza saperlo altre persone". In aumento anche l'età media delle persone infettate, che oggi è di 43 anni per gli uomini e di 40 anni per le donne, e gli stranieri che registrano un più 20%. "E' necessario anche ricordare - ha spiegato la dottoressa Graziottin - che il condom serve a proteggersi anche da una trentina di malattie sessualmente trasmissibili, tra cui la clamidia, la gonorrea e la sifilide che sono in grande crescita soprattutto nelle fasce tra i 15 e i 24 anni, ma anche in quella tra i 25 e i 44 anni, con infezioni multiple, causate anche da tempi di incubazione diversi, o dai condilomi e carcinomi dovuti al papilloma virus (per il quale non esiste un vaccino)". La Graziottin ha riportato anche i risultati di un'indagine realizzata dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) da cui si evince che tra il 2001 e il 2007 la vendita di pillole del giorno dopo ha visto un aumento del 59,5%: tra il 2006 e il 2007 il farmaco è cresciuto di 50mila unità arrivando a 370mila pillole vendute, circa mille al giorno. Delle 320mila vendute nel 2006 il 55% è stato acquistato da ragazze di età inferiore ai 20 anni. Ma oltre alla cronica assenza di campagne informative ed educazionali, quali sono i motivi che frenano l'acquisto di profillatici? "C'è una stigmatizzazione fortissima dovuta a un retaggio culturale - spiega Graziottin - per la quale una ragazza che ha con se dei preservativi viene immediatamente identificata dagli uomini come una di 'facili costumi', con un pesante giudizio morale sulla qualità della persona, ma anche una sorta di irritazione da parte dei maschi per un'iniziativa femminile su una scelta 'da uomini'". Inoltre la ginecoloca e oncologa sottolinea che "si continua a pensare, sbagliando, che ricorrere all'uso del condom sia un gesto antipoetico che interrompe lo slancio passionale e interferisce con la naturalezza dell'atto", fatto questo che "frena un'uso consapevole e quindi sempre più disinvolto e naturale del preservativo". Condividi