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di Nicola Bossi "Mio fratello non si merita, dopo quel volo di 50 metri che gli ha tolto la vita, di essere incolpato per quello che è successo alla Umbra Olii. Il risarcimento? E lui in credito avendo pagato con la vita una normale giornata di lavoro": Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, commenta così la richiesta di risarcimento chiesta dall'imprenditore Del Papa alle famiglie delle vittime del 25 novembre del 2006. Quel giorno persero la vita quattro operai all'interno di un oliificio di Campello sul Clitunno. A provocazione, Coletti, risponde con una provocazione: "Guardi io sono disposto a pagare il super-risarcimento a Del Papa, a condizione però che lui provi a resistere ad un volo di 50 metri, alle fiamme dello scoppio e che riporti in vita mio fratello. E' assurdo tutto questo? Sì, ma come la richiesta di risarcimento fatta a noi familiari". Lorena Coletti introduce anche quello che sarà il clima in aula il prossimo 11 luglio quando il tribunale deciderà se rinviare a giudizio oppure no l'imprenditore del Papa. "Dopo questo affronto non so proprio come potremmo serenamente affrontare l'udienza dell' 11. Già altre volte, per cose meno gravi, il presidente ha richiamato all'ordine. Noi ci saremo, non so se ci sarà anche Del Papa". Il clima è stato sempre molto teso tra le parti anche perchè non c'è stato mai neanche un incontro umano, secondo Lorena: "Non è mai venuto al funerale di nessuno dei quattro, non ha mai mandato neanche un biglietto o una lettera di condoglianze. L'unico volta che ha cercato un contatto lo ha fatto con la moglie di Giuseppe, mia cognata, dopo che questa era stata a Matrix. Nel suo scritto c'era scritto che dopo un anno il dolore doveva per forza di cose affievolirsi. Facile dirlo per chi è rimasto in vita o per chi non è costretto a recarsi tutti i giorni a pregare e piangere su una tomba". Lorena, nonostante la spada di Damocle che pende sulla testa sottoforma di risarcimento, non ha dubbi sulla non colpevolezza di suo fratello. "Non lo dico con il cuore di una sorella, ma con i fatti e con le perizie. L'Unipol, l'assicurazione, ha risarcito i familiari delle vittime dando la colpa alla società. Stessa cosa nelle perizie del tribunale dove si mette in risalto come mancassero degli elementi per la sicurezza dell'azienda a partire dal piano evacuazione fino ad arrivare ai cartelli più banali". Condividi