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SPOLETO ROMA, 25 GIU - ''Per molto tempo si e' pensato che le passioni indebolissero la volonta', ma non e' vero. Tra ragione e emozione ci puo' essere collaborazione e complementarieta'''. La pensa cosi' il filosofo Remo Bodei che sara' coinvolto in una conversazione sabato al Festival dei Due Mondi di Spoleto in occasione della messa in scena de 'La liquidazione Riflessioni di...fine stagione, tra ragione e sentimento' di Luciano Ziarelli con Andrea Brambilla e la regia di Massimo Navone. Una conversazione filosofica di Bodei con lo stesso Luciano Ziarelli e Enzo Fiorucci per raccontare questo atto unico di un autore che e' uno dei piu' noti esperti di formazione manageriale, ideatore del progetto Smile manager! Protagonista della piece Andrea Brambilla nei panni di un manager che, al momento della liquidazione, nell'imminenza del congedo alla vita lavorativa, riflette su se stesso. Quarant'anni di carriera, la pensione in arrivo, una nuova fase della propria esistenza da avviare e i ricordi della vita, anzi delle vite precedenti che cominciano ad affiorare: i colleghi, i capi, i collaboratori, le riunioni, le decisioni, le incertezze, le difficolta',le soddisfazioni per i risultati raggiunti e poi ancora la famiglia, gli amici, i viaggi, le poesie lette e le musiche ascoltate. Trasportato dal flusso dei ricordi, il protagonista intreccia sentimento e ragione, con l'aiuto della propria coscienza critica ed emotiva. Lo spettacolo ha la sua prima rappresentazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto il 5 luglio e girera' poi tutta l'Italia nel corso della stagione teatrale 2008 e 2009, toccando Roma, Bologna, Milano e altre piazze. Per quanto riguarda i rimpianti di fine carriera che sono uno dei temi della piece conclude, Bodei:''non bisogna aspettare l'eta' della pensione. Per usare una immagine marinara si puo' dire che le passioni sono come i venti ci si puo' andare contro andando di bolina. Insomma non si deve essere apatici, il calcolo nella vita non e' tutto e le passioni bisogna saperle governare e ne vale comunque la pena. Tutto il periodo lavorativo e' una sorta di atrofizzazione del lato emotivo e questo e' sbagliato''. Condividi