comune spoleto.jpg
di Daniele Ubaldi “Siamo passati, in pochi anni, dall’economia delle produzioni a forte vocazione turistica alla città dei cavatori (breccia, non tartufi), costruttori e cementieri. Da ormai troppi anni la logica del sindaco è in perfetta simbiosi con queste tre C”. Non le manda certo a dire Giampiero Calabresi, capogruppo dei Comunisti italiani in consiglio comunale nonché fra i principali oppositori dell’attuale amministrazione di centrosinistra, vero e proprio “irriducibile” a prescindere dalle scelte che verranno operate, a livello nazionale, dalla sinistra e dal Pd. Per quanto riguarda la dimensione cittadina, dalle dichiarazioni del capogruppo si evince chiaramente come i margini di dialogo con il centrosinistra, in vista delle prossime amministrative, siano ridotti a meno del classico lumicino. “Non solo è mancata una minima idea dello sviluppo della città, capace di valorizzare il suo centro storico e ogni attrazione architettonica-naturalistica – rincara l’esponente del Pdci – ma il sistema di potere costruito sulle tre C ha impedito e schiacciato le forze più diffuse e le soggettività sociali ancora maggioritarie nella città, come quelle legate al mondo della produzione artigianale, le piccole imprese, le piccole attività commerciali, i produttori agricoli: tutti annientati dai poteri forti”. Calabresi parla senza mezzi termini di “un cartello di soggetti che opera in città da lungo tempo”, una cerchia ristretta “che di fatto rappresenta un monopolio. Tutto ciò non ha fatto altro che mettere in evidenza i rischi che si corrono quando le scelte non si aprono al coinvolgimento dei cittadini, o meglio i cittadini vengono invitati in modo propagandistico in occasioni dove si illustrano le scelte già decise, o le promesse ripetute per decenni. Succede sempre così, la storia insegna, e risponde al motto staliniano ‘c’è un uomo solo al comando’. I risultati di una simile gestione della cosa pubblica sono allora devastanti e di complicatissima soluzione”. A proposito di soluzioni, l’eredità che l’amministrazione uscente lascia alla futura classe dirigente, di qualunque colore essa sarà, è per Calabresi pesante sia dal punto di vista economico che sotto il profilo morale. “Alla politica e agli uomini liberi e moralmente onesti – dichiara l’esponente dei Comunisti italiani – non resta che rilanciare le denunce pubbliche, veri inviti ad aprire gli occhi, rinnovare ai cittadini l’impegno delle future amministrazioni ad abbattere certi michelangioleschi palazzi, che già svettano o altri in attesa di svettare (zona Le Casette, ex caserma dei vigili del fuoco, ecc). Occorre capire che il cambiamento è ancora possibile, e non può che iniziare dalla formazione di una commissione di controllo e di garanzia delle libertà democratiche, al fine anche – conclude Giampiero Calabresi – di dare una mano a chi di dovere nell’individuazione delle responsabilità politiche che, molto spesso, coincidono con quelle penali ma che, diversamente da queste ultime, non andranno mai prescritte”. Condividi