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PERUGIA – Surrealismo materico e graffiante, sentimento, passione, ricordi e maliconconia che li accompagna: di questo sono intrise le 90 opere esposte al CERP della Rocca Paolina di Perugia in occasione della personale di Luciano Boccardini. La mostra, organizzata dalla Provincia e inaugurata oggi (sabato 28 giugno) alla presenza della Presidente del Consiglio Provinciale Annina Botta, è titolata “Il respiro delle cose infinite”, come un verso della poesia di Baudelaire “Corrispondenze” del 1857. L’evento espositivo, che rimarrà a disposizione del pubblico fino al 20 luglio, è curato da Antonio Carlo Ponti, Claudio Brancaleoni e Fedora Boco. I 90 quadri in mostra sono opere recenti, precisamente dell’anno 2000, il periodo definito dai critici del surrealismo ‘alla Boccardini’. Nell’ambito delle 90 opere, 8 di esse vengono definite ‘Assonanze’. Si tratta di quadri affiancati da poesie o da testi selezionati (Beckett, Montale, Penna, Orwell, Baudelaire) che hanno con i dipinti una connessione più che casuale, pur conservando allo stesso tempo un rapporto reciproco ed autonomo. Nel corso della cerimonia inaugurale, Antonio Carlo Ponti ha sottolineato come “il treno pieno di sogni di Boccardini sia celebrazione della figura e della natura: una pittura viva, fatta di colori, forme, segni, onirica, prima sentita e poi vissuta, che parte dalla testa e dal cuore e si trasferisce nella mano che cattura le immagini. Un insieme di surrealismo ed espressionismo”. Brancaleoni ha definito Boccardini “l’ultimo dei romantici” immerso in un arte surreale, sentimentale e anche pre-ideologica. Una dissacrante ironia e leggerezza fanno esplodere tutta la valenza surreale, in una bizzarra convivenza tra forme arrotondate e spigolosità. “Ritengo di essere stato capito – ha detto ‘soddisfatto’ Boccardini – ma ho sofferto parecchio, nel mio lungo percorso di trent’anni, nel corso dei quali sono approdato a questo surrealismo ‘materico e graffiato’. Un codice segnico che mi fa entrare dentro la materia, partendo dai ricordi”. L’artista, che in Umbria ha ricevuto insegnamenti di importanti maestri come Scaramucci, Dottori e Checchi, ha rivelato nel corso di più trenta anni di lavori versatilità e duttilità artistica che lo hanno portato a proporre diverse forme e stili, spaziando nell’ambito del surrealismo dal figurativo, all’astratto, attraverso l’iperrealismo e la geometria delle forme e dei colori. Un artista dai tanti volti e dalle tante contraddizioni la cui leggenda artistica inizia negli anni settanta con il figurativo classico nel suo stile che incuriosisce importanti personalità artistiche. Passando agli anni ’80, Boccardini intraprende una clamorosa inversione di tendenza che spiazza i critici, affascinato da Picasso, Kandiinskij, Mirò, Klee e Klimt. Una rielaborazione che lo porta ad una forma di pittura ‘vintage’. Fino agli anni ’90, caratterizzati dal desiderio dell’artista di spingersi indietro e fonde il figurativo degli anni ’70 con il surrealismo informale degli anni ’80. ‘Una nuova sorprendente emozione’. Luciano Boccardini è nato a Roma. Maestro d’arte è approdato a Foligno e a Pierantonio di Umbertide dove attualmente ha lo studio. Condividi