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di Isabella Rossi “Rifiuti: rischi per la salute e ai costi per il portafoglio” l’occasione per la cittadinanza perugina di riflettere su questi due aspetti fondamentali è arrivata con la conferenza pubblica organizzata dal Comitato Cittadinanza Attiva Ambiente e Legalità insieme agli Amici di Beppe Grillo di Perugia, al Park Hotel di Ponte San Giovanni. Circa 200 persone, l’intera sala gremita, a testimoniare che crescente è la domanda di trasparenza e partecipazione ai processi decisionali riguardanti le questioni ambientali, come anche la preoccupazione generale per i danni alla salute. Del resto, come risulta da fonte autorevoli, il cancro ha raggiunto dimensioni allarmanti, con un aumento del 25% negli uomini e del 20% nelle donne negli ultimi 20 anni e con una mortalità del 28%. Comincia a farsi strada, dunque, la consapevolezza che esiste un legame diretto tra lo stato dell’ambiente e i fattori di rischio per la salute. “Un ambiente sano è l’unica vera prevenzione” afferma il Dr. Michalangiolo Bolognini, Medico igienista, membro di Medicina Democratica e iscritto all’ISDE, International Society of Doctors for the Environment. Negli ultimi tempi il diritto alla salute è diventato più o meno un diritto alle prestazioni sanitarie e la malattia, sembra, faccia ormai parte del gioco. “Le cause del pauroso aumento di patologie quali: malattie degenerative (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche); tumori maligni; disturbi riproduttivi, (malformazioni e sterilità) vengono attribuite allo stile di vita” spiega Bolognini. “Ma le cause, soprattutto dei tumori maligni, è orami chiaro, sono cause ambientali” afferma il medico. Bruciare rifiuti rende biodisponibili tutte le sostanze presenti nei beni di consumo, (sostanze spesso sconosciute) come ad esempio il piombo che produce diossine, le sostanze più tossiche che esistano. “ Inoltre ci sono polveri fini”, continua Bolognini, “che non si pesano, ma si contano, tanto sono pericolose per la salute.”Anche il monitoraggio delle emissioni negli inceneritori non viene effettuato spesso in maniera congrua rispetto alla pericolosità delle sostanze che vengono rese biodisponibili.” Si fanno registrazioni giornaliere per parametri secondari e registrazioni annuali per parametri primari” riferisce Bolognini. E il punto di partenza e di arrivo deve essere la prevenzione del rischio, possibile solo con l’eliminazione delle cause delle malattie, cioè degli inquinanti. Sui costi e sulle tecnologie la relazione del Dr. Federico Valerio, responsabile del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova. “Da diversi studi emerge che il riciclaggio di materiali raccolti alla fonte provoca in assoluto il minor impatto ambientale” riferisce Valerio. La raccolta “Pap” - porta a porta - garantisce, infatti, lo smaltimento al minimo dell’impatto ambientale e con contenimento dei costi. Lo dimostrano città come San Francisco, dove nel 2004 si riciclavano il 67% dei materiali post consumo e nel 2010 l’obbiettivo fissato è il 75%. In Italia si effettuano raccolte differenziate con successo in città come Novara 68%, Reggio Emilia (una circoscrizione) 70%, Asti 64%. E anche a Genova partirà il Pap. Con il Pap, inoltre, le tariffe vengono applicate in base all’effettiva produzione dei rifiuti e non con il parametro sconsiderato dei metri quadrati dell’abitazione. Chi meno produce, in sostanza, più risparmia e ci si può anche guadagnare qualcosa. Oltre ai rappresentanti di diversi comitati per l’ambiente, arrivati da tutta l’Umbria, tra gli ospiti presenti in sala: il presidente della Gesenu Graziano Antonielli, il presidente del consiglio comunale Dott. Roberto Ciccone e Franco Chianelli, presidente del “Comitato per la Vita Daniele Chianelli”. Condividi