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La globalizzazione capitalistica, quale modello economico e sociale, ha tra i suoi effetti più evidenti il fatto che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Mediamente nei paesi più industrializzati del pianeta un cittadino su sette vive sotto la soglia della povertà. Una povertà che in questi paesi limita in modo netto il diritto di cittadinanza e alimenta sofferenze psicologiche e privazioni materiali. Sempre più al “compromesso socialdemocratico” dello stato sociale, le politiche liberiste impongono politiche di carità, lo stato caritatevole. Nel più ricco e potente stato del mondo, gli Usa, l’obolo ha un nome e cognome, si chiama “Food Stamp”; è un buono acquisto di 100 dollari al mese, come contributo all’acquisto di cibo a circa 12 milioni di statunitensi molto poveri. Galapagos, sul Manifesto, ci informa che “recentemente ci sono state molte proteste: l’aumento del prezzo dei generi alimentari ha reso insufficiente la somma elargita; 100 dollari al mese, poco più di 70 euro al mese. Ovvero 1200 dollari l’anno, l’equivalente di 850 euro”. Il governo di Bush è contrario alla richiesta di raddoppio del “Food stamp” in quanto troppo dispendioso. Una vera scelta politica se il governo non vuole intaccare la spesa per le armi che ammonta a circa 600 miliardi di dollari l’anno e la spesa pubblica complessiva che supera i 4 mila miliardi di dollari annui. La scelta è chiara: ‘riempire gli arsenali e svuotare i granai’. Il nostro buon Tremonti ha fatto una pensata, ‘perchè non facciamo anche noi la nostra food stamp?’. Una carta di credito prepagata che andrà ad un milione e duecentomila poveri. Una bella mossa politica, la food stamp, abbinata alla Robin Tax che colpirà i profitti delle compagnie petrolifere, delle banche e delle assicurazioni. Da un lato smantella lo stato sociale ma fa la carità ai poveri, dall’altro mantiene i privilegi della grande industria ma selettivamente rastrella risorse da alcuni settori. Una food stamp italiana che è poca cosa, 4 euro al mese, che in Umbria ad esempio, dovrebbe arrivare a 20000 poveri. Una cifra che è l’equivalente di 1,33 euro al giorno, “neppure un cornetto e un cappuccino”, dice Galapagos. Per Tremonti con la Food stamp si potrà acquistare cibo o pagare bollette. C’è da dubitare che con 480 euro l’anno si possano pagare molte bollette di luce, gas, riscaldamento, telefono, nettezza urbana, acqua e tassa televisiva. Ma d’altra parte il governo Prodi che cosa aveva fatto di concreto, tangibile, reale, perchè un solo povero in Italia lo possa rimpiangere? Quello che invece è veramente pericoloso, è quello che la’food stamp’ annuncia, cioè la riduzione dei servizi pubblici, l’unica necessità delle famiglie povere. Gli annunciati tagli dei trasferimenti agli enti locali produrranno ulteriori riduzioni dei servizi pubblici locali e altre privatizzazioni ed esternalizzazioni delle funzioni, e, come è facile prevedere, i 400 euro l’anno non copriranno minimamente gli aumenti che a livello locale saranno necessari. Non c’è niente da fare, il liberismo permette a chi è ricco di essere sempre più ricco, e chi è povero è condannato ad essere più povero. Condividi