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PERUGIA – In merito alle dichiarazioni del ministro Renato Brunetta, sull’eccesso di spesa pubblica in Umbria, il Presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti ha diffuso la seguente dichiarazione: “In Umbria conosciamo con esattezza il numero dei dipendenti di Regione, Province, Comuni e Comunità Montane, ma non quello dei dipendenti del cosiddetto settore pubblico allargato che comprende i dipendenti di tutti gli uffici periferici dello stato, l’Università, Camere di Commercio e altre strutture come Inps, Inail, Uffici finanziari, etc., le cui dotazioni organiche spettano all’autorità centrale. Anzi, ci piacerebbe conoscere esattamente questo numero affinché anche il Ministro della Funzione pubblica Brunetta, come ha chiesto alle Regioni ed agli enti locali, faccia la sua parte per un concreto contenimento della spesa pubblica. Così come hanno fatto e stanno facendo, con serietà e rigore, la Regione e gli altri enti locali dell’Umbria i cui dati possono essere facilmente verificati nella loro evoluzione, a differenza di quelli che sono in capo alle varie amministrazioni dello Stato che vengono addebitati all’Umbria, sui quali però non abbiamo alcun potere di controllo. I Comuni hanno già espresso la loro indignazione al ministro Brunetta. Indignazione che confermiamo. Per ciò che riguarda la Regione Umbria vorrei citare alcuni dati molto significativi. Dal 2001 ad oggi il complesso dei nostri dipendenti è diminuito del 21,7 per cento. Il numero dei dirigenti regionali si è praticamente dimezzato, essendoci stata, nello stesso periodo, una riduzione pari al 43 per cento. Mentre le “consulenze” nel triennio 2005-2007 sono state ridotte da 122 ad 80. Come Regione Umbria siamo abituati ad amministrare con rigore e serietà ed abbiamo i nostri conti in ordine. Tant’è che questa è stata la prima, e fino ad ora l’unica regione italiana ad aver ridotto numero e fabbisogno finanziario delle comunità montane. L’Umbria è la regione dove i presidenti di Giunta e consiglio regionale e tutti i consiglieri hanno la minore indennità di carica, fino ad essere un terzo di quella percepita in altre regioni italiane. Il rigore e la serietà con i quali abbiamo sempre gestito i conti pubblici ci hanno consentito fino ad oggi di non imporre irpef aggiuntiva per coprire debiti. Condividi