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VALNERINA - Con una superficie forestale passata in dieci anni da 33.000 a 44.000 ettari e con un indice di boscosità al 47,8%, la Valnerina rappresenta in Umbria una delle realtà silvestri più importanti da riconoscere e tutelare. Il piano antincendio, appena approvato dalla Comunità Montana della Valnerina per l’anno 2008, in stretta relazione con quello varato dalla Regione dell’Umbria, prevede l’organizzazione e le attività per contrastare il pericolo degli incendi che ogni anno, soprattutto nei mesi estivi, minacciano questo straordinario patrimonio distribuito su tutta la zona. Nove laghetti, posizionati nei vari territori comunali, funzioneranno come bacini di approvvigionamento idrico serviti da autobotti ed elicottero; una rete diffusa di viabilità forestale, macchine specializzate per raggiungere i punti più impervi, binocoli, cartografie dettagliate, bussole e radio ricetrasmittenti, costituiranno la base dell’operatività del piano. Alle strumentazioni e ai mezzi si aggiungeranno tre squadre di operatori specializzati pronti a intervenire in caso di necessità, sotto il coordinamento dei tecnici Angelo Cambi e Mauro Bianchi che già si stanno avvalendo per la prevenzione, l’avvistamento, le perlustrazioni e la sensibilizzazione degli abitanti, di tre associazioni di volontariato presenti in Valnerina: i gruppi di protezione civile di Sellano e Cascia e la Legambiente. Ogni operazione di intervento vedrà la Comunità Montana a fianco del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco. Una sinergia messa in atto per proteggere da comportamenti di sbadataggine o di irresponsabilità le centinaia di specie arboree, spesso compresi in siti di interesse europeo o nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che riempiono i fianchi delle montagne della vallata e le rive dei corsi d’acqua come roverelle, carpini neri, ornelli, cerri, aceri, lecci, tigli, olmi, conifere (tra le quali spicca il pino d’Aleppo portato presumibilmente in Valnerina dai monaci siriaci del V secolo), ontani neri salici e pioppi. Una cooperazione che tutela i preziosi boschi di faggio, vera particolarità locale e dell’intera Umbria, sia per percentuale di presenza (il 68% della regione) sia come indicatori di una realtà altimetrica e orografica fortemente diversa dal resto del territorio. Negli anni dal 2001 al 2007, in Valnerina sono andati in fumo circa trecento ettari di foreste. Mentre si sono ridotti quelli generati dalle operazioni agronomiche, generati dal mancato controllo dei fuochi accesi per la pulitura dei campi dalle erbacce, sono aumentati quelli dolosi o quelli per i quali non si riesce a individuare la causa. Il 2007, in particolare, ha visto impegnata la Comunità Montana della Valnerina nei territori di Cascia, Sellano e di Sant’Anatolia di Narco e Scheggino. Negli ultimi due luoghi, alla fine dell’estate, nel tardo pomeriggio fu appiccato un incendio che mise a rischio anche alcune abitazioni. Condividi