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PERUGIA - Calendario venatorio umbro 2008-09 meno contestato degli altri anni, perché adottato in tempi giusti e con scelte sostanzialmente condivise; ma che si può integrare ed aggiustare in alcuni punti, ad esempio intensificando la caccia al cinghiale, i cui danni all’agricoltura sono in crescita e reintroducendo alcune specie cacciabili, come la pernice rossa che nel frattempo si è ripopolata e la quaglia richieste da più associazioni, e perfino della coturnice, proposta da Libera Caccia, purché “in forma sperimentale e controllata”. E’ quanto è emerso, a Palazzo Cesaroni, dalla audizione organizzata dalla terza Commissione, presieduta da Enzo Ronca, che giovedì prossimo esaminerà il testo del documento annuale che regola la caccia. Più che sulle specie cacciabili il confronto che ha registrato quindici interventi, a nome di associazioni venatorie, enti ed altre organizzazioni, si è incentrato sulla necessità non nuova di perseguire un calendario omogeneo con le regioni confinanti: un tema affrontato da tutti, anche se molti hanno sottolineato la difficoltà a raggiungere questo obiettivo che, è stato detto, interessa di fatto solo dell’Umbria, regione cerniera e interclusa del centro Italia, e per certi versi, ha evidenziato l’assessore provinciale Massimo Buconi “è anche controproducente, in quanto, a parità di date di apertura, riduce la possibilità di interscambio con i territori confinanti”. Richiami ad una caccia più corretta, sia nel rispetto della selvaggina che dell’ambiente, sono venuti da più di un rappresentante delle associazioni venatorie. Hanno chiesto in particolare di porre fine e limitare la cosiddetta “scacciarella”, in pratica lo spingere la selvaggina verso cacciatori appostati, Stefano Tacconi (Libera Caccia) e Tito Sposini (Federcaccia) che ha anche stigmatizzato l’abbandono dei bossoli delle cartucce sugli appostamenti e la realizzazione di questi ultimi con il taglio di piante o vegetazione pregiata. Tutti d’accordo nel proibire le segnalazioni fatte dai cacciatori anche con mesi di anticipo e spesso con plastica colorata, per precostituire il diritto di realizzare lì un appostamento da utilizzare nel giorno della apertura della caccia; ma a richiesta unanime si propone di portare il limite a 24 ore prima, rispetto alle 12, troppo drastiche del Calendario e alcuni propongono l’obbligo di appostamenti artificiali in materiali sintetici recuperabili e riutilizzabili. Condividi