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Carissime, riteniamo opportuno motivare politicamente la nostra non partecipazione al vostro incontro organizzato per il 21 giugno a Roma a Palazzo della Provincia. Sgombre da ogni malinconia desidereremmo "discutere di politica e di sinistra liberamente prima della stagione dei congressi" e anche oltre i congressi, ma possibilmente non in una iniziativa "precongressuale". A questo incontro siamo invitate, pensate come esterne, fuori dal cerchio delle relazioni significative e profonde che sono alla base della nostra politica e che fino ad oggi l'hanno resa limpida, un luogo dove ancora vivono passione e speranza. Eppure tutte noi abbiamo con le promotrici e le compagne che introducono il seminario legami forti ed esperienze politiche: abbiamo costruito insieme il Forum delle donne del Prc, la rete femminista della Se, il coordinamento delle parlamentari del Prc-Se nella difficilissima stagione del governo Prodi. Le promotrici dell'incontro sono le femministe del gruppo del mercoledì, che è nato a Roma prima delle elezioni. Alcune di noi prima della campagna elettorale hanno partecipato alle riunioni con interesse, muovendosi anche da città lontane da Roma. Si incontravano donne con biografie differenti, con opzioni politiche e desideri diversi, ma mai contrastanti ed oppositivi a partire dal tentativo di aprire uno spazio di elaborazione e di forza femminista per costruire una sinistra che sia un'alternativa di società. Insieme, alla Nuova Fiera di Roma criticammo - con le giovani del movimento - la forma leaderistica, patriarcale, politicista con cui si andava costituendo la "sinistra unitaria e plurale", cioè l'Arcobaleno. Noi la pensiamo ancora così. Pensiamo che il tema da porre oggi sia l'analisi del nesso fra sinistra e femminismo non solo sul versante delle culture politiche e delle forme organizzative, ma sulle pratiche e soprattutto sulla capacità del femminismo di modificare e cambiare la società. Per concludere, la modalità della convocazione sottolinea che le relazioni sono ridotte ad un filo così sottile, che tende ad essere reciso ed è oggettivamente escludente, divide non unisce. E' come se le esperienze costruite insieme fossero ormai mute come esperienze collettive, tali da non potere entrare in relazione in quanto tali con "le femministe del mercoledì". Si pratica il restringimento e non l'allargamento: tutte libere, le relazioni pregresse sono pesi da allentare. Ci chiediamo se questa sia la prospettiva del presente e quale sinistra si potrà così costruire. Riteniamo invece che le relazioni fra noi vadano attivate e consolidate in modo unitario e che una forte interlocuzione vada tenuta anche con il nuovo movimento di donne, nato dalla preparazione della manifestazione sulla violenza degli uomini contro le donne. Interessate a questo confronto, vi auguriamo buon lavoro. Daniela Alfonzi, Patrizia Arnaboldi, Imma Barbarossa, Lina Bianconi, Giovanna Capelli, Adelaide Coletti, Simona Deidda, Erminia Emprin, Eleonora Forenza, Cristina Ibba, Donatella Linguiti, Lidia Menapace, Nunzia Scano, Anita Sonego Condividi