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PERUGIA - Sul fronte dell'occupazione, il 2008 si apre ancora meglio di come si era chiuso il 2007. I dati sulle forze di lavoro relativi al primo trimestre forniti dall'Osservatorio sul mercato del lavoro della Regione Umbria sulla base delle rilevazioni Istat, in linea con quelli delle precedenti rilevazioni, evidenziano infatti, con le dovute cautele che i dati trimestrali richiedono, la fase estremamente positiva vissuta dal mercato del lavoro umbro. Lo riferisce la Regione in un comunicato. Rispetto al primo trimestre del 2007, l'occupazione regionale e' aumentata di 27 mila unita' confermando il massimo storico di 383.000 unita' raggiunto a fine 2007; l'incremento percentuale (7,6%) - sottolinea Palazzo Donini - non ha uguali in Italia. Il tasso di occupazione e' aumentato di 4,4 punti portandosi al 67,4%, un valore che per l'Umbria rappresenta il nuovo massimo storico. Il dato regionale e' ora divenuto superiore a quello medio del nord del Paese (66,6%) risultando il quarto della graduatoria nazionale. Cosi' come avvenuto nel primo semestre del 2007 a beneficiare della crescita sono state principalmente le donne. L'occupazione femminile ha, infatti, fatto registrare una crescita di ben 18.000 unita' (+11,9%) portandosi al massimo storico di 171.000; il rispettivo tasso e' aumentato di 5,7 punti ed e' ora pari al 60,2%, un valore superiore a quello previsto per il 2010 dalla ''Agenda di Lisbona'' e che e' sensibilmente piu' elevato non solo di quello medio del centro (53,3%) ma anche di quello del nord Italia (57,2%). L'occupazione maschile e' aumentata di 8.000 unita' portandosi a quota 212.000 (+4,3%) e il relativo tasso e' cosi' salito al 74,6% (+3,1 punti) risultando intermedio tra quello del centro (72,7%) e quello del nord del paese (75,7%). ''L'ulteriore forte crescita dell'occupazione femminile - commenta l'assessore regionale alle Politiche attive del Lavoro Maria Prodi - porta l'Umbria a superare il tasso fissato nell'Agenda di Lisbona del 60 per cento delle donne occupate. Oggi l'occupazione femminile non e' piu' correlata alla denatalita'. Anzi, si dimostra che le donne che lavorano affrontano la maternita' con maggiore disponibilita', sicurezza e i loro figli sono maggiormente tutelati dal rischio di poverta'. Inoltre - conclude l'assessore Prodi- il lavoro femminile produce ulteriore occupazione nei settori piu' innovativi dei servizi o nei servizi alla persona. La bonta' dei dati che presentiamo ci stimola a concentrare ancora di piu' gli sforzi nelle politiche di conciliazione lavoro-famiglia, e nell'investimento sui servizi per l'educazione dei piu' piccoli''. Secondo il rapporto dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, nel primo trimestre 208, inoltre, a crescere e' principalmente l'occupazione autonoma. La crescita dell'occupazione per le donne e' stata superiore a quella delle forze di lavoro e pertanto la disoccupazione femminile e' scesa da 10.000 a 8.000 unita'; il corrispondente tasso e' quindi passato dal 6,3% al 4,3%,un valore estremamente piu' contenuto della media del Centro (8,1%) ed inferiore di quasi un punto a quello del Nord (5,2%). Inoltre, queste dinamiche hanno quasi annullato il ''gap'' di genere nella disoccupazione umbra. La crescita delle forze di lavoro maschili, superiore di 2.000 unita' a quella dell'occupazione, ha fatto si' che la presenza maschile nella disoccupazione regionale sia divenuta maggioritaria (9.000, 53,2%) un fatto insolito per l'Umbria. Il tasso di disoccupazione maschile e' cosi' aumentato di mezzo punto portandosi al 4%, un valore che risulta ora intermedio tra la media del Nord (3,1%) e quella del Centro (4,6%). Condividi