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....L'esponente di Rifondazione comunista - ha riferito Palazzo Cesaroni in un comunicato - auspica la riaffermazione della separazione tra politica e ''poteri forti'' e l'attivazione di un sistema di verifica dei lavori eseguiti dalle inchieste coinvolte. ''La grave vicenda che ha investito la struttura tecnica della Amministrazione provinciale di Perugia - ha sostenuto Vinti -, rischia di minare dalle fondamenta la credibilita' dell'ente. L'iniziativa della magistratura perugina ha rilevato fatti e comportamenti impensabili, di una gravita' inaudita, che se provati, travolgerebbero una parte dei dirigenti della Provincia di Perugia, la rappresentanza massima dei costruttori di Confindustria, una serie di imprese tra le piu' strutturate della regione anche sul versante tecnologico''. Vinti sottolinea come, pur nella presunzione di innocenza degli indagati fino all'ultimo grado di giudizio, ''non sfugge a nessuno, tanto piu' all'opinione pubblica e ai cittadini della provincia di Perugia, che i fatti contestati, mediante le intercettazioni telefoniche, svelano non un singolo caso di scorrettezza procedurale o di corruzione, ma a quanto risulta, un sistema collaudato teso a favorire alcune imprese a danno di altre o addirittura a svolgere lavori di 'somma urgenza' che tali non erano di certo''. ''Una vicenda - ha aggiunto - che si coagula, ancora una volta, attorno al 'ciclo del mattone' che caratterizza in Umbria un 'modello di sviluppo' a basso contenuto tecnologico, ad un tasso pressoche' nullo di innovazione di processo e di prodotto, caratterizzato da un diffuso lavoro povero di contenuti professionali, da alti tassi di insicurezza e bassi salari. Occorre uscire con una politica alternativa dal predominio delle tre 'C' (cavatori, cementieri e costruttori), fondata su nuove e innovative politiche industriali e su una impresa di qualita', che faccia perno sulla ricerca e sull'innovazione. E' urgente riaffermare una netta separazione tra le sfere dell'economia e della pubblica amministrazione e ricostruire una nuova autonomia della politica dai poteri forti. Questa crisi indica un passaggio di fase: la necessita' di discontinuita' nelle pratiche e di innovazione dei progetti; conservare l'esistente vuol dire essere condannati all'autoreferenzialita' del ceto politico, a subire gli eventi e a non governare le novita'''.L'esponente di Rifondazione comunista - ha riferito Palazzo Cesaroni in un comunicato - auspica la riaffermazione della separazione tra politica e ''poteri forti'' e l'attivazione di un sistema di verifica dei lavori eseguiti dalle inchieste coinvolte. ''La grave vicenda che ha investito la struttura tecnica della Amministrazione provinciale di Perugia - ha sostenuto Vinti -, rischia di minare dalle fondamenta la credibilita' dell'ente. L'iniziativa della magistratura perugina ha rilevato fatti e comportamenti impensabili, di una gravita' inaudita, che se provati, travolgerebbero una parte dei dirigenti della Provincia di Perugia, la rappresentanza massima dei costruttori di Confindustria, una serie di imprese tra le piu' strutturate della regione anche sul versante tecnologico''. Vinti sottolinea come, pur nella presunzione di innocenza degli indagati fino all'ultimo grado di giudizio, ''non sfugge a nessuno, tanto piu' all'opinione pubblica e ai cittadini della provincia di Perugia, che i fatti contestati, mediante le intercettazioni telefoniche, svelano non un singolo caso di scorrettezza procedurale o di corruzione, ma a quanto risulta, un sistema collaudato teso a favorire alcune imprese a danno di altre o addirittura a svolgere lavori di 'somma urgenza' che tali non erano di certo''. ''Una vicenda - ha aggiunto - che si coagula, ancora una volta, attorno al 'ciclo del mattone' che caratterizza in Umbria un 'modello di sviluppo' a basso contenuto tecnologico, ad un tasso pressoche' nullo di innovazione di processo e di prodotto, caratterizzato da un diffuso lavoro povero di contenuti professionali, da alti tassi di insicurezza e bassi salari. Occorre uscire con una politica alternativa dal predominio delle tre 'C' (cavatori, cementieri e costruttori), fondata su nuove e innovative politiche industriali e su una impresa di qualita', che faccia perno sulla ricerca e sull'innovazione. E' urgente riaffermare una netta separazione tra le sfere dell'economia e della pubblica amministrazione e ricostruire una nuova autonomia della politica dai poteri forti. Questa crisi indica un passaggio di fase: la necessita' di discontinuita' nelle pratiche e di innovazione dei progetti; conservare l'esistente vuol dire essere condannati all'autoreferenzialita' del ceto politico, a subire gli eventi e a non governare le novita'''. Condividi