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PERUGIA - E' finito per qualche ora agli arresti domiciliari per un caso di omonimia nell'ambito della inchiesta della procura di Perugia, con 35 misure cautelari, sulla gestione delle gare di appalti pubblici, ed ora attraverso il suo legale si riserva di intraprendere nei prossimi giorni ''una azione di risarcimento per i danni morali e materiali''. Protagonista un piccolo imprenditore edile, Marco Rosati, di Spoleto, titolare della ''Edilrosati'' al quale giovedi' scorso era stato notificato uno dei 35 provvedimento di custodia cautelare (otto in carcere e 27 ai domiciliari). Sorpreso ed incredulo, dopo avere preso visione della ordinanza di misura cautelare, attraverso il suo difensore, l' avvocato Pio Briziarelli, ha protestato la propria estraneita' alla vicenda sostenendo di non aver mai ottenuto appalti per lavori pubblici commissionati dalla Provincia di Perugia. Nella stessa giornata, il gip del capoluogo umbro, Claudia Matteini, dopo aver verificato la non corretta identificazione del Rosati, con una nuova ordinanza aveva revocato la misura cautelare. Il Marco Rosati che risulta coinvolto nell'inchiesta, infatti, ha la stessa eta' dell'imprenditore edile di Spoleto, ma abita a Gubbio ed e' dipendente di una ditta che si e' aggiudicata un appalto per il ripristino e le bitumature nell'eugubino. ''Il mio assistito - ha affermato l'avvocato Pio Briziarelli - ora sta meglio ma e' molto scosso dalla vicenda. Intraprenderemo una azione di risarcimento danni perche', anche se e' durato un solo giorno, l'arresto del mio cliente e' comparso su tutti i giornali subendo un danno sia personale che per l'impresa edile di cui e' titolare''. Condividi