rifondazione_logo198_158.jpg
Nell’ambito della questione caotica della riforma del trasporto pubblico urbano, mi sento in dovere di puntualizzare alcune cose. Già dall’anno passato, nella zona nord del Comune di Perugia, dopo che si cominciava a ventilare l’ipotesi di modifiche alla mobilità pubblica, si formò un comitato cittadino spontaneo che chiedeva rassicurazioni precise all’assessorato alla mobilità sul mantenimento di frequenza e itinerario di alcune corse che servono le zone di Piccione, Colombella, Fratticciola e Bosco. Le preoccupazioni della popolazione di quelle zone,in gran numero pensionati e pendolari, furono esternate nel corso di due incontri, alla fine del 2007, all’assessore Chianella e all’ing. Naldini, i quali negarono decisamente ogni pericolo di tagli alle corse nella zona nord del Comune. Nelle bozze di orari che ci furono fornite nelle settimane seguenti invece appariva evidente che i tagli c’erano e il servizio pubblico risultava essere assolutamente peggiorato. Alle conseguenti sollecitazioni di confronto con Chianella, l’assessore rispondeva in maniera evasiva o non rispondeva affatto. Il comitato popolare ha continuato il proprio lavoro, raccogliendo anche 1000 firme tra i residenti della zone sopracitate per evitare che, dopo la perdita del punto di riferimento sanitario di Monteluce, la zona nord del Comune venisse anche penalizzata dal punto di vista dei trasporti. Le richieste del comitato popolare non sono certamente frutto di fantasie, ma si basano sulle concrete necessità dei residenti della zona e cioè avere garanzia di collegamenti realmente utili per raggiungere i luoghi di lavoro o di prestazioni sanitarie in orari compatibili agli impegni, e la certezza anche di un mezzo per far ritorno. E’ stato riscontrato un eccessivo frazionamento degli itinerari, con conseguente dilatamento dei tempi di percorrenza e aumento delle spese per gli utenti – il tanto decantato biglietto unico non è più sufficiente – per raggiungere il Santa Maria della Misericordia dalla zona nord occorre prendere tre autobus. In sostanza i cittadini della zona nord del Comune non chiedono altro che lasciare invariato il servizio garantito dalla precedente organizzazione del trasporto pubblico. Devo fare un’ ulteriore precisazione: l’intermodalità tra mezzi Apm e Fcu tanto sbandierata, al momento è attivata solo in minima parte, nel senso che in pratica, per non arrivare al Silvestrini (la stazione ferroviaria di servizio all’ospedale non è attiva, o meglio non è servita dalla Rfi) da Ponte Felcino bisogna prendere la Fcu fino a P.te San Giovanni, salire sul primo convoglio Trenitalia utile e scendere poi a Ellera, quindi parecchio oltre la nostra destinazione. Percorrere 500 metri per raggiungere la fermata Apm della linea “I” , che lì effettua pochissime fermate, una ogni ora e venti primi, e arrivare al Santa Maria della Misericordia; tutto ciò perchè, nonostante siano stati presentati ai cittadini i nuovi convogli Fcu della serie Minuetto, destinati proprio al servizio di ferrovia metropolitana, per diverse carenze tecniche della linea, potranno essere utilizzati , sembra da voci ufficiose, non prima della fine dell'anno, e inizialmente solo sul tratto Ponte San Giovanni - Ellera. Le polemiche, i disservizi e i malumori riscontrati tra gli utenti di tutta la città in questi primi giorni di attivazione del Pum mi fanno ritenere che da parte dell’Amministrazione pubblica ci sia stata una precisa volontà di non tenere conto dei segnali che provenivano dai cittadini. Ritengo che la colpevole disattenzione da parte dell’assessore Chianella e di chi ha contribuito alla redazione di questo piano trasporti sia da imputare allo snaturare il concetto di trasporto pubblico, per perseguire logiche prettamente aziendali di gestione, tralasciando invece la fondamentale funzione altamente sociale di tale servizio. Giammario Moretti - Segretario del Circolo RC Perugia Nord Condividi