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PERUGIA - ''Occorre porre degli ostacoli vigorosi ed efficaci alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che comunque, in questa, come in tante altre inchieste assumono un ruolo di grande importanza''. Lo ha detto il procuratore della repubblica di Perugia, Nicola Miriano, nel giorno in cui sono state eseguite 35 misure cautelari nei confronti di imprenditori privati e di funzionari di enti locali nell'ambito di una inchiesta del suo ufficio su appalti per lavori pubblici pilotati. Il procuratore ha sottolineato che ''la divulgazione, e quindi la protezione della privacy, e' altra cosa rispetto al fatto che le intercettazioni si possano fare. Quello che occorre fare e' impedirne la divulgazione da parte degli addetti ai lavori e la pubblicazione da parte dei giornalisti''. Questo pero' ''non si puo' fare'' con le attuali normative ed occorrono ''barriere piu' efficaci. La divulgazione - ha proseguito il procuratore -, da qualsiasi soggetto sia fatta, quale ne sia la fonte, da dovunque provenga, deve costituire reato e deve essere punito con sanzioni pesanti, tipo la chiusura di un giornale o la sospensione dalle sue funzioni di un funzionario, di un magistrato o di un giornalista''. ''La diffamazione - ha spiegato il procuratore - e' un reato che e' gia' configurato nel nostro codice penale. Basta aggiungere che si puo' diffamare anche mediante la pubblicazione dei risultati delle intercettazioni telefoniche. Magari con un leggero ritocco a quella norma''. Condividi