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Se Città di Castello raggiungerà entro il 2009 il 50% di raccolta differenziata, molto si dovrà ai cittadini che sono al centro del progetto, presentato, nella forma del piano di fattibilità, in commissione “Servizi”. Il presidente dell’organismo Luigi Gennari ha dichiarato che “l’argomento non si esaurirà in una seduta, perché è in partecipazione il piano regionale di gestione dei rifiuti”, di cui l’assessore alle Politiche ambientali Massimo Massetti ha ricordato che“è prevista l’analisi nel consiglio comunale del 16 giugno sulla scorta dell’ordine del giorno sulle politiche dell’Ato. La fase attuale è interlocutoria: la Regione sta procedendo alla valutazione ambientale strategica, interpellando una serie di soggetti diversi dai comuni, che saranno coinvolti ufficialmente quando il piano giungerà agli Ato. A prescindere da questo processo però la raccolta differenziata rappresenta la scelta principale del piano, pur collegata ad un sistema di impiantistica complementare e inserita nella geografia degli ambiti territoriali. Il piano, redatto da Sogepu, risponde sia ai parametri imposti dalla legge sia a criteri di sostenibilità tariffaria in materia di rifiuti solidi urbani. Sarà sottoposto al consiglio comunale e ai cittadini, la cui collaborazione è imprescindibile, ai comitati, alle associazioni di categoria e ai sindacati”. Il progetto. Il sistema di raccolta differenziata interesserà nella fase di avvio il centro storico con il metodo “porta a porta”, attraverso biopattumiere, e i quartieri fuori dalle mura con un metodo misto, bidoni di condominio, biopattumiere e contenitori stradali: “Non è un progetto sperimentale” ha precisato il presidente di Sogepu Giuseppe Bernicchi “ma lo abbiamo già realizzato con ottimi risultati a Sansepolcro e Cortona. La normativa rende la raccolta differenziata un obbligo, fissando al 65% la quota da raggiungere entro il 2012. Tuttavia è necessaria una preparazione, sia in termini di materiali e mezzi sia in termini di informazione, abbastanza lunga prima che il piano entri a regime, sostenuto da atti amministrativi, che modifichino l’attuale disciplina per la gestione dei rifiuti solidi urbani”. Nelle previsioni il progetto dovrebbe muovere i primi passi a settembre e essere pienamente operativo negli ultimi mesi del 2008. “Il piano regionale individua due obiettivi” ha premesso Ennio Spazzoli, direttore di Sogepu, illustrando il progetto “diminuire la quantità di rifiuti, ora nel Tifernate alla quota annua di 590 chili per abitante, e incrementare la raccolta differenziata per riutilizzare il materiale prodotto, evitando il deposito in discarica”. Saranno distribuite nel centro storico cinque biopattumiere ad utenza: una per la frazione organica e una per il rifiuto indifferenziato, che saranno ritirate due volte alla settimane; tre, rispettivamente per il vetro e le lattine, la carta e il cartone, gli imballaggi in plastica domestici, che verranno ritirati una volta alla settimana. Per le utenze ristorative saranno disponibili dei contenitori, con ruote gommate e sistema di sollevamento, utilizzati in alcune tipologie edilizie anche per il sistema misto, che verrà introdotto nei quartieri fuori dalla cinta muraria. Per le famiglie residenti a Graticole, Salaiolo, La Tina Madonna del Latte, Montedoro, Meltina, Rignaldello, Quartiere Ecologico, Riosecco, Casella e Pescidoro è prevista la consegna di bidoni o biopattumiere per organico e indifferenziato (con operazioni di prelievi bisettimanali) e il posizionamento di cassonetti o campane per la carta, la plastica, vetro e lattine. Saranno interessati 3300 cittadini nel centro storico e 19mila nei quartieri limitrofi, pari al 56% della popolazione del comune “che sarà raggiunta prima e durante da una campagna di informazione e di assistenza in grado di sensibilizzare rispetto agli obiettivi e di calibrare ogni intervento (dai passaggi per il prelievo alla collocazione dei contenitori) sulla base dei casi specifici” ha aggiunto Spazzoli, sottolineando che “il traguardo per le zone direttamente coinvolte è raggiungere il 52% di raccolta differenziata e portare il coefficiente dell’intero comune al 50% entro il 2009”. Ma il piano non si interrompe con il passaggio dei camion di Sogepu per il ritiro dei rifiuti: tutto il materiale verrà conferito nelle isole ecologiche, dove verranno ricavati dei centri di raccolta per lo smistamento delle varie tipologie alle aziende della filiera. “Attualmente i rifiuti prodotti a Città di Castello vengono smistati a Pietramelina per l’organico, in discarica per i sovvalli che tornano da Ponte Rio, alle aziende esterne che si occupano di recupero. Guardando all’ impiantistica sarebbe opportuno, allestire un’area di stoccaggio a Belladanza, già urbanisticamente predisposta, e trattare in loco l’umido per ottenere biogas, perché uno dei costi principali del ciclo dei rifiuti sono determinati dai trasporti”. Il dibattito. Nel corso del dibattito i commissari hanno sollevato alcuni interrogativi sulle caratteristiche dell’impiantistica (Roberto Lensi, Carlo Reali) in riferimento anche al centro integrato per il trattamento dei rifiuti prospettato a Belladanza e l’accordo di rimodulazione siglato con la Regione. Chiarimenti sono stati chiesti anche sulla praticabilità del piano di attuazione (Michele Bettarelli), sulle conseguenze tariffarie a carico del cittadino (Nicola Morini, Cristian Goracci, Mirella Ponti) e sul ruolo di Sogepu (Canzio Novelli). Alcuni consiglieri hanno chiesto l’acquisizione delle analisi sulla discarica, che il presidente Bernicchi ha dichiarato di avere già consegnato a Italia Nostra e ad uno dei due Comitati. “La raccolta differenziata ha certamente un costo” ha precisato Spazzoli “nel caso tifernate si tratta di circa 646mila euro aggiuntivi su base annua per il primo stralcio. Una parte, circa 155mila euro, potrebbe essere recuperato dalla vendita dell’energia elettrica prodotta dal biogas e dalla diminuzione del ricorso a soggetti esterni per lo smaltimento del differenziato. Sul fronte dell’impiantistica le soluzioni sono molteplici sia dal punto di vista tecnico che di dotazione”. La commissione ha deciso di rimandare la discussione sul piano regionale dei rifiuti ad una riunione successiva, “pur essendo strettamente connesso al progetto di raccolta differenziata” ha dichiarato Pierpaolo Pieroni, direttore dell’Ato 1, illustrando il contenuto della redazione, attualmente in fase partecipativa. Condividi