TERNI - ''Viviamo nella totale incertezza, siamo stati lasciati completamente all'oscuro di ogni decisione'': a 24 ore dall'ufficializzazione dello scorporo dell'intera area inox della Thyssenkrupp dal resto del gruppo e' la frase che risuona piu' volte tra gli operai fuori dai cancelli dello stabilimento di Terni. Il sito (con circa 2 mila e 700 occupati complessivamente) che piu' degli degli altri sara' interessato dalla decisione. Ma per qualcuno ''non e' detto che con la vendita le cose vadano peggio''.

Sul futuro di Terni, intanto, la Cgil - ha annunciato il segretario Susanna Camusso - ''chiedera' al sindacato tedesco di capire che cosa si e' deciso''. ''Se e' vero, come risulterebbe a noi - ha aggiunto -, che il Consiglio di sorveglianza ha deciso la messa in vendita del settore acciai''. All'uscita del turno mattutino la preoccupazione e' palpabile. Anche perche', nonostante l'azienda non abbia ancora illustrato nel dettaglio le mosse per il futuro, la maggior parte degli lavoratori si aspetta solo una cosa: la vendita del sito. ''Cio' che abbiamo finora - spiega Stefano - sono solo voci e per questo il clima in fabbrica e' ancora piu' pesante. Di sicuro, non ci aspettiamo che la situazione si ristabilizzi''.

''Come al solito - aggiungono Riccardo e Luca - saremo gli ultimi a sapere quale sara' il nostro destino: se venderanno, in che modo, quando e a chi. Fino a che non avremo notizie precise la preoccupazione ci accompagnera'''. A infastidire i lavoratori ternani e' anche il fatto che i sindacati tedeschi siano gia' venuti a conoscenza dei dettagli del piano, a differenza di quelli italiani. ''Questa situazione rispecchia quello che e' oggi l'Italia - dice Simone -, sindacalmente e politicamente non contiamo piu' nulla. Ma tanto l'azienda ha deciso, cerchera' di fare cassa e ci vendera'''. Non tutti pero' pensano che questa opzione sia poi del tutto negativa. ''Che ci sia aria di dismissione - dice Michele - dentro alla fabbrica si era capito da parecchio. Mi auguro solo che le istituzioni ci stiano vicine. E poi, secondo me, l'ingiusta sentenza della Corte d'assise di Torino verso l'ad Espenhahn ha avuto i suoi effetti. Ma alla fine non e' detto che con la vendita le cose vadano peggio''.

''E' uno stabilimento che funziona - dice Alessio - qualcuno ci comperera'. La preoccupazione ora c' e' ma non e' sempre legittima''. In difesa dell'insediamento produttivo continua a essere schierato l'intero mondo politico umbro. ''Per comprendere, in tempi rapidi, se si va verso un disimpegno totale o parziale da parte della Thyssen sul territorio - ha detto l'assessore regionale Gianluca Rossi - e' necessario che si attivi non solo il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ma anche quello degli Esteri Franco Frattini. E' infatti una questione anche di diplomazia economica''. Una richiesta di incontro urgente al sottosegretario Gianni Letta e' stata annunciata dal presidente del gruppo Pdl in Regione Raffaele Nevi insieme insieme alla portavoce dell'opposizione Fiammetta Modena e al consigliere Alfredo De Sio.

''Il sottosegretario Letta - sostiene Nevi - ha condotto in porto la difficile crisi del 2004 arrivando ad un accordo che ha consentito lo sviluppo dello stabilimento ternano e ci sembra la persona piu' adatta per prendere in carico questa vicenda''. Intanto alcune centinaia di manifesti contro il piano di ristrutturazione della Thyssenkrupp sono stati affissi a Torino per iniziativa del comitato ''Maipiuthyssen'', composto dai 13 lavoratori dell'azienda ancora in cassa integrazione.

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