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TERNI - Il Circolo Legambiente di Terni negli anni passati si è opposto alla costruzione della megacentrale a Treie di Narni. Lo abbiamo fatto assieme al Circolo Legambiente di Narni, a tutta Legambiente Umbria e soprattutto alle altre associazioni, narnesi e ternane, e ai tantissimi cittadini narnesi organizzati in comitato, apertamente e giustamente incoraggiati dal Sindaco Bigaroni. Lo abbiamo fatto con motivazioni razionali, basate su dati certi, e con sensate controproposte che cercavano di tenere in equilibrio le ragioni della salute dei cittadini e dell'ambiente (per noi comunque sempre al primo posto) e le ragioni del lavoro allora pesantemente sotto ricatto da parte della TK-AST. Poi quella centrale non s'è fatta per mancanza di investitori. Ed è stato bene così. Abbiamo avversato quel progetto cercando di contrastare le voci di quei cittadini narnesi -pochissime in verità- che dicevano: «l'Acciaieria sta a Terni, la centrale fatevela a Terni». Male fa, oggi, Italia Nostra a dire «i ternani hanno già dato» auspicando che la centrale da 100 MW che l'AST ora vuole costruire in proprio all'interno dell'acciaieria sia fatta a Treie di Narni, fuori dalla conca, lasciando intendere che quella centrale, anni fa, sarebbe stato giusto farla. Hanno ragione Italia Nostra e il WWF a dire che nella conca ternana - dove vivono tanto i cittadini di Terni, che di Narni, Stroncone e Sangemini - non c'è posto per un solo grammo in più di inquinamento. Questa è anche l'opinione di Legambiente. Abbiamo seguito fin dall'inizio, qualche mese fa, con preoccupazione, questa nuova proposta della TK-AST per coprire il loro (presunto) fabbisogno energetico con l'energia idroelettrica dei nostri fiumi e con la nuova centrale a metano – però – spegnendo altri impianti inquinanti e riscaldando le case dei quartieri intorno alla fabbrica permettendo così, con lo spegnimento delle loro caldaie, una sorta di pareggio delle emissioni inquinanti. In più la TK-AST ha promesso un bel po' di soldi per eventuali compensazioni ambientali. Neppure noi, come Italia Nostra e WWF siamo propensi a credere, sulla fiducia, alla TK-AST soprattutto oggi che, col presunto "nodo energetico", è tornata a minacciare i lavoratori e l'intero territorio; proprio questo nuovo ricatto, però, rende doveroso per noi ambientalisti – assieme al sindacato- andare a vedere, a controllare prima di tutto se una nuova centrale dovrà essere costruita; a favore di chi; e se lo si dovrà fare che lo si faccia in un quadro non solo di pareggio ma di miglioramento della qualità dell'aria della conca: sennò niente da fare perché gli abitanti di Terni e dell'intera conca – per davvero - hanno già dato. Certo le nostre preoccupazioni non sono solo per l'inquinamento della conca ma l'AST deve dare assolute garanzie anche sul rischio industriale per un impianto che come quelli del polo chimico sono nel cuore stesso della città. Queste stesse garanzie stanno chiedendo le istituzioni, la Provincia in particolare; e delle istituzioni, che noi cittadini abbiamo eletto, già è lecito fidarsi un po' di più; naturalmente fino a prova contraria. Chiediamo a WWF e Italia Nostra di non ritirare la partecipazione dal tavolo di confronto e negoziazione di Agenda 21, che anzi va rilanciato, come bene hanno intuito i comitati ambientalisti di ultima generazione come SOS Ambiente e Amici di Beppe Grillo (ultimamente sempre presenti ad ogni tavolo) e si deve imporre che accanto alla TK.AST, alle istituzioni, al sindacato debbano trovare posto i cittadini e le loro associazioni e comitati. E che il diritto dei cittadini, di tutti i cittadini, associati o no, ad essere informati, ascoltati ed a concorrere alle decisioni deve finalmente essere rispettato non solo formalmente ma sostanzialmente. Andrea Liberati Presidente Circolo Legambiente Terni Condividi