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Il dopo-arcobaleno anche per il Pdci sembra diventare un incubo, una guerra per fazioni interne. Se Rifondazione - con una macchina amministrativa e di eletti sul territorio molto più vasta - si avvicina ad un congresso con tre mozioni e tanta paura di una eventuale scissione, anche il Pdci non se la passa certamente meglio. Punto primo: Diliberto ha fatto approvare un documento unico ma non a tutti piace, anche se parla di unità con Rifondazione nel nome dei comunisti. Punto secondo: Rizzo, l'ultrà comunista, lo ha approvato al 70 per cento, e si prepara a fare l'opposizione in maggioranza. Punto Terzo: una microfazione del Pdci guidata dall'umbra Katia Bellillo è contraria al segretario e non ha votato il documento unico. Insomma è con un piede fuori dal partito. La sua grande speranza è quella di rifare la sinistra non comunista alleata con il Pd. Molto semplice. L'analisi: se dal Pdci e dal Prc verranno fuori due congressi arrabbiati sarà alta la frammentazione politica. Con un Vendola che guarda a Sinistra Democratica e alla Bellillo, e un Ferrero con Grassi pronti ad accogliere la maggioranza del Pdci di Diliberto. Mescolando, mescolando: c'è il rischio che di sinistre neo-comunisti ne escano un'altra volta due. E in Umbria cosa accadrà? Condividi