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PERUGIA – La relazione predisposta dalla Commissione di inchiesta sull'assenteismo nelle strutture sanitarie della Regione Umbria è discussa oggi (non era previsto il voto) dall'Assemblea regionale. Il documento, che è stato illustrato dal consigliere Paolo Baiardini (Pd, già presidente della Commissione di inchiesta), spiega che “i fatti che hanno portato all’arresto di personale sanitario sono stati accertati a seguito dell’indagine della magistratura che ha installato telecamere e organizzato pedinamenti, mezzi e procedure diversamente inammissibili sotto il profilo contrattuale e normativo. L'eclatanza degli eventi (pur avendo riguardato un numero esiguo di operatori) ha prodotto in termini di immagine una ricaduta negativa e ingiustificata su tutto il personale sanitario e, per la risonanza mediatica verificatasi a livello nazionale, sulla stessa immagine della Regione Umbria. Le Direzioni generali, insieme ai sindacati, hanno definito nei propri regolamenti sistemi di verifica e controllo molto più incisivi, con l’obiettivo di colpire eventuali comportamenti dolosi e di tutelare la stragrande maggioranza dei lavoratori onesti del servizio sanitario”. Nella relazione si rileva che “non sono state elaborate linee di indirizzo generali per lo studio e la prevenzione del fenomeno dell’assenteismo all’interno delle strutture sanitarie della regione Umbria da parte dell’Assessorato, ma piuttosto linee di indirizzo relative al controllo interno (negli ultimi due anni), talvolta giudicate addirittura invasive dell’autonomia e della responsabilità gestionale che è in capo alle Aziende sanitarie. Le Aziende sanitarie, infatti, sono dotate di autonomi regolamenti di organizzazione sulla base delle normative contrattuali e nel rispetto delle disposizioni dell’Autorità garante della privacy; (l’utilizzo di telecamere o la possibilità di verifiche attraverso dati biometrici, quale l’impronta digitale, sono negati dalle normative esistenti in materia di tutela della privacy ed ammessi soltanto in specifici casi e per ragioni di particolare gravità)”. Sull’incidenza dell’assenteismo sulla qualità del servizio, sui tempi di erogazione e sui costi a carico dell’azienda “piuttosto che di uno studio organico, si è in possesso di dati di carattere generale che attestano come e quali siano le tipologie delle assenze: non si evince se c’è un’analisi dei costi relativi all’assenteismo, ma soltanto che esiste un controllo del fenomeno, in quanto si conoscono tipologie, percentuali di assenza per ogni struttura e si fanno paragoni con il dato nazionale del settore. Se poi il dato si traduca in termini di efficienza o inefficienza non emerge dalla documentazione acquisita. Dalle risultanze della Commissione tecnica di inchiesta istituita dalla Giunta regionale nel luglio 2007 – si legge – sono emerse tre linee di carattere strategico che si reputa necessario attivare: azione di prevenzione, di controllo e sanzionatoria, interventi del tutto condivisibili da parte della Commissione. Dalle audizioni effettuate con la Direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia si evince che non sarebbe stato possibile rilevare il fenomeno se non fosse intervenuta l’indagine della Magistratura, che ha posto in essere sistemi di rilevazione (telecamere, pedinamenti) altrimenti non utilizzabili”. “La Commissione – spiega il documento - prende atto che gli eventi si sono ìverificati nella fase di trasferimento dell’ospedale da Monteluce al Silvestrini e che per tali circostanze risulta difficile accertare eventuali responsabilità o carenze di controllo. Fa notare che l’indagine della Magistratura è partita dalla rilevazione della consistenza dei magazzini nei diversi reparti ospedalieri che metteva in luce discordanze tra scorte e ordini di materiale sanitario”. Viene poi sottolineato che, per quanto riguarda l'eventuale incidenza dei fatti sul livello complessivo dei servizi, “la vicenda riguarda prevalentemente soggetti non impegnati nell’assistenza diretta ai malati, con la conseguenza che il fenomeno non ha prodotto ricadute negative nelle prestazioni assistenziali. Mentre per quanto riguarda i danni economici provocati dalla vicenda “c’è un’indagine in corso e che pertanto il dato potrà essere eventualmente quantificato sulla base di quanto verrà accertato”. “Valutazioni sullo stato dell’organizzazione del servizio sanitario regionale – conclude la relazione - e sulla sua qualità, che sono comunque emerse nel corso delle audizioni (dai problemi relativi all’organizzazione dipartimentale, agli aspetti di carattere strutturale quali la carenza di posti letto e di personale infermieristico, fino alla necessità di legare ìil premio di risultato dei manager sanitari anche alla riduzione del fenomeno dell’assenteismo attraverso una politica di gestione del personale che lo motivi e lo valorizzi) attengono ad una discussione più generale propria del Consiglio regionale, piuttosto che al lavoro di indagine della Commissione”. Baiardini ha sottolineato che “la stragrande maggioranza del personale del servizio sanitario regionale svolge con passione il proprio lavoro mentre il danno causato da comportamenti dolosi di alcuni è stato enorme ed ha messo in crisi il rapporto di fiducia con i cittadini. Ma bisogna ricordare che il controllo delle presenze con sistemi video non è consentito dalla legge, neppure nelle strutture private”. Due, secondo Baiardini, le indicazioni a cui dare immediatamente seguito: le procedure disciplinari devono poter procedere autonomamente dalle inchieste giudiziarie, in modo da sanzionare con rapidità i comportamenti scorretti; le politiche di contrasto dell'assenteismo devono essere perseguite dai manager e i loro risultati devono essere valutati al momento del rinnovo degli incarichi. Condividi