italia-nostro.jpeg
di URBANO BARELLI Due sono i punti di riferimento per la redazione del DAP. Il primo è l’Agenda di Lisbona con la quale l’Unione europea si è posta l’obiettivo di far diventare l’economia europea entro il 2010 "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo". Il secondo è l’Agenda di Goteborg con la quale l’Unione europea ha stabilito la strategia per lo sviluppo sostenibile volto a soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future. Il DAP regionale soddisfa solo in parte tali priorità. 1. In particolare non si affronta il problema dell’eccessivo peso della filiera cave-cemento-costruzioni nell’economia regionale. 1.1. Il piano cave regionale registra una produzione di materiale di cava per abitante pari a 14,37%, vale a dire più del doppio della media nazionale ferma al 6,85. Tra le regioni italiane, l’Umbria è superata, in negativo, solo dalla Sardegna. L’attività di cava nella regione è già oggi troppo impattante ed è molto cresciuta negli ultimi anni sino ad arrivare a quasi 6,5 milioni di metri cubi di materiale nel 2006. 1.2. L’Umbria è tra i primi posti nella classifica delle regioni per la produzione di cemento. Nel 2006 ha raggiunto 3.110.262 di tonnellate, con un trend in costante crescita (3.010.327 nel 2005, 2.807.713 nel 2004, dati del Ministero sviluppo economico). 1.3. Secondo ilSole24ore, nel 2006 il peso delle costruzioni sull’economia regionale in termini di occupati è stato pari al 9,9%, mentre in Italia è dell’8,2% (in Emilia Romagna è al 6,9%, in Toscana al 7,5%, nelle Marche al 7,4%). Secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio, solo a Perugia nel 2006 si è costruito più che a Napoli, Firenze o Bologna ed un terzo di quanto si è costruito a Milano. 1.4. Secondo i dati elaborati dal CRESME e riportati nel DAP in esame, “l’attività edilizia nel 2006 presenta per l’Umbria un consistente aumento per fabbricati residenziali (13,3%) e ancor più per quelli non residenziali (36,9%). In particolare il dato dei non residenziali si pone in controtendenza rispetto alla riduzione registratasi a livello nazionale (-7,7%)”. Tale dato certifica quello che tutti vedono, cioè l’abnorme aumento dei capannoni industriali e dei centri commerciali nella nostra regione. L’intensa attività delle costruzioni si traduce nel DAP in una stima di crescita per il 2007 del 5,5% - la più alta in assoluto rispetto a tutti i settori economici regionali – mentre per l’intera economia regionale si stima una crescita limitata all’1,5%. 1.5. L’economia della conoscenza descritta dall’Agenda di Lisbona si fonda sui beni immateriali e sulla creatività, non certo sul cemento e sul mattone. E’ quindi evidente l’anomalia della nostra regione nella quale invece il cemento ed il mattone la fanno da padroni, tanto da costituire il traino dell’intera economia che senza le costruzioni registrerebbe probabilmente un segno negativo. Ma c’è di più. L’economia del cemento e del mattone, consumando risorse naturali, territorio e paesaggio, si pone in conflitto con il principio di sviluppo sostenibile dell’Agenda di Goteborg. 2. L’altra anomalia - anch’essa, comunque, figlia dell’economia del cemento e del mattone – riguarda l’eccessivo rilievo che nel DAP si da alla necessità di costruire nuove strade, sino al punto di riproporre l’irragionevole progetto di trasformare la E-45 in autostrada. L’Agenda di Goteborg ha stabilito che “una politica sostenibile in materia di trasporti dovrebbe affrontare i volumi di traffico e livelli di congestione, rumore e inquinamento crescenti e promuovere l’impiego di modi di trasporto rispettosi dell’ambiente, in particolare passando dai trasporti su strada ai trasporti su rotaia e ai trasporti pubblici di passeggeri”. Il lungo elenco di strade e l’assenza di seri interventi su rotaia previsti nel DAP si pongono in contrasto con l’Agenda di Goteborg e rischiano di marginalizzare l’Umbria ed isolare la regione ed il suo capoluogo dalla rete ferroviaria che, lo dice, l’Unione europea, è la rete trasportistica del futuro. 3. In merito alla tutela e valorizzazione della risorsa Umbria, nel DAP si legge che “il secondo obiettivo strategico per il 2008-2010 è il rafforzamento del posizionamento, e conseguentemente del claim e del brand regionale ispirato al concetto di “Umbria cuore verde misterioso e sorprendente d’Italia”. Non si comprende perché il vecchio, diffuso ed efficace slogan di “Umbria cuore verde d’Italia” debba essere sostituito, né, tantomeno, si comprende la ragione dell’inserimento del “misterioso e sorprendente” se non per il fatto che in realtà il cuore verde si è ingrigito di cemento e forse la sorpresa è proprio in questa mutazione negativa e nel mistero (apparente) delle ragioni che l’hanno determinata. Nel DAP si afferma che il paesaggio ed i centri storici costituiscono i connotati forti dell’identità e dell’immagine regionale, però nulla si dice del piano paesaggistico che il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede debba essere approvato dalle regioni entro il 2008. Per i centri storici, invece, si cita lo specifico disegno di legge che Italia Nostra ha già contestato in sede di partecipazione a quel disegno di legge, in quanto lo stesso non va nella direzione della tutela dello straordinario patrimonio costituito dai nostri centri storici, ma nella direzione opposta di consentire interventi edilizi nei centri storici, addirittura con cubature premiali da realizzarsi in altre zone (in proposito si allegano le osservazioni al d.d.l.r. presentate il 22 ottobre). Il pessimo disegno di legge sui centri storici è l’ulteriore conferma della preferenza della Regione Umbria per l’economia del cemento e del mattone. Una scelta regionale che si pone in oggettivo contrasto con l’economia della conoscenza incentivata e perseguita dall’Unione europea che è un’economia fatta di beni immateriali, beni culturali, paesaggio e sviluppo sostenibile. Condividi