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Ieri Telecom Italia ha annunciato che ci sarà un taglio del personale di circa 5000 posti di lavoro, il primo passo di un attacco pianificato relativo alle spese per sostenere la redditività dell’azienda. L’operatore dominante delle telecomunicazioni italiane ha detto che entro il 2010 verrà attuata una riduzione del personale pari all’8%. Si prevede che gli oneri di ristrutturazione aggiuntivi per circa 250 milioni di euro (pari a 386 milioni di sterline) avranno un effetto negativo sui profitti di quest’anno. Franco Bernabè, amministratore delegato di TI, questa settimana ha detto al Financial Times che l’obiettivo è di raggiungere circa il 40% dei tagli al costo del business domestico entro il 2015. Bernabè, che ha preso le redini in mano sei mesi fa, dopo oltre un anno di agitazione, si trova ora di fronte ad una lenta crescita di ricavi nei prossimi anni; occorre dimostrare agli investitori che TI può mantenere i livelli di profitto. La riduzione del personale che avverrà entro il 2010 consentirà una riduzione dei costi per circa 300 milioni di euro all’anno. Complessivamente Bernabè vorrebbe che i costi con le altre reti in gestione fossero tagliati del 40% pari a 2 miliardi di euro. Sta attuando una simile politica, con un taglio di 2 miliardi di euro, nei costi legati al marketing e al servizio ai clienti. TI ieri ha detto ieri che intende ristrutturare la gestione per eliminare le ridondanze. Anziché basarsi sulla tecnologia sui servizi del fisso e mobile, dividerà l’operazione in un segmento per i consumatori, un settore aziendale ed un ”Top Client”, offrendo il servizio di telefonia fissa e mobile integrate nei tre settori insieme. La nuova struttura, spera la società, sarà più efficace in termini di costi. Oscar Cicchetti, il luogotenente di fiducia di Bernabè, sarà messo a capo della gestione interna. Bernabè spera che la maggior parte del taglio dei costi derivi sia da miglioramenti nel campo tecnologico sia dalla riduzione del personale. TI sta pensando di investire in una nuova rete che aumenterà la velocità della banda larga e richiederà meno manutenzione, meno immobili ed un minore utilizzo di energia elettrica. Il direttore generale ha escluso acquisizioni di grandi dimensioni, per dare impulso alla crescita, dato che TI ha un debito maggiore rispetto ai suoi competitori. Ha invece parlato di aziende private e di fondi sovrani circa le operazioni finanziarie con l’estero. Fitch, l’agenzia di rating, ha detto ieri che il prospetto di Bernabè contribuirà a sostenere i margini. ”Telecom interessa a queste classi di investitori [aziende private e fondi sovrani] data la loro grande disponibilità di liquidità e, in misura diversa, le continue prospettive di crescita che presentano nei diversi mercati. TI ha già iscritto a bilancio 100 milioni di euro per le spese della ristrutturazione nei suoi piani di quest’anno, una cifra che è cresciuta fino a 350 milioni di euro. E’ prevista per il 2008 un’entrata di 31 miliardi, che rappresenta una crescita zero rispetto al 2007. La rendita prevista, al lordo di interessi, tasse, svalutazione ed ammortamento, è di circa 12 miliardi di euro. articolo di Adrian Michaels, apparso il 5 giugno 2008 sul Financial Times Condividi