PERUGIA – “Dal 2004 la Regione Umbria ha radicalmente invertito la rotta, superando la logica degli interventi a pioggia per le imprese, a vantaggio invece dell’utilizzo dei finanziamenti pubblici, di notevole entità, per favorire ricerca ed innovazione”. È quanto ha affermato la presidente Maria Rita Lorenzetti, nell’intervento di chiusura dell’incontro su “I giovani ricercatori in Umbria: una risorsa per il futuro”. Organizzata dal Servizio regionale Politiche attive del lavoro, l’iniziativa si è svolta ieri a Perugia nell’Aula magna dell’Università per stranieri ed è stata introdotta dal direttore regionale allo Sviluppo economico Ciro Becchetti.
“La scelta di invertire la rotta – ha detto la presidente Lorenzetti - è stata frutto di un confronto, anche serrato, con tutte le parti sociali, con le quali la Regione ha deciso di intervenire sui punti ‘critici’ del sistema economico umbro, uno dei quali era senz’altro l’insufficiente investimento in ricerca ed innovazione. Un ritardo che penalizzava pesantemente un sistema di imprese come quello umbro, fatto di aziende piccole e medie, se non addirittura micro, penalizzando ulteriormente l’occupazione nella regione che soffre soprattutto nel segmento ‘ad alta scolarizzazione’. L’esperienza di questi anni – ha rilevato - è stata utile sia alle imprese, che così hanno potuto beneficiare di notevoli contributi da destinare alla ricerca, sia gli stessi disoccupati che hanno avuto così opportunità di lavoro adeguate alla loro preparazione e specializzazione”.
“Una realtà economica come l’Umbria – ha proseguito la presidente Lorenzetti - può avere un ruolo nel sistema dell’economia globalizzata solo se saprà essere competitiva, puntando con forza e determinazione verso la qualità. E la competitività di un sistema di imprese è strettamente connessa alla capacità del sistema stesso, ma anche delle istituzioni, di investire in ricerca ed innovazione. Ciascuno è stato chiamato a fare la sua parte, così come definito e deciso con il Patto per lo sviluppo e, appunto, l’innovazione dell’Umbria”.
“La prima fase dell’esperienza di questi bandi, che abbiamo definito ‘integrati’ – ha aggiunto la presidente della Regione - ha dimostrato che la strada imboccata è quella giusta. I lavori presentati da assegnisti, rappresentanti di imprese, Università e centri di ricerca ne sono un esempio concreto ed inequivocabile. Ora si tratta di proseguire su questo cammino. Dobbiamo intanto procedere rapidamente verso l’attuazione dei nuovi bandi – ha concluso - ma nel frattempo si deve lavorare affinché le esperienze realizzate, il lavoro, divengano un patrimonio stabile per l’Umbria e non una semplice banca dati”.
SCHEDA
Nell’incontro è stato fatto un bilancio del primo bando direttamente gestito dalla Regione Umbria per la promozione della ricerca, in fase di completamento, e presentazione il nuovo bando, finalizzato al potenziamento dell’attività di ricerca e di trasferimento tecnologico nelle imprese, nelle Università, negli istituti e nei centri di ricerca, pubblicato alla fine di maggio. Eccone in sintesi i contenuti.
Il bando per gli assegni di ricerca finalizzato al miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico (approvato nell’aprile 2006) rappresenta la seconda esperienza di promozione della ricerca realizzata da giovani laureati, ma la prima direttamente gestita dalla Regione Umbria. Finalità del bando è quella di contribuire al potenziamento delle attività di ricerca mediante azioni in grado di migliorare le opportunità di inserimento lavorativo, favorendo la valorizzazione del capitale umano e del know-how.
Il bando ha finanziato progetti di ricerca individuali da realizzarsi presso imprese, università e centri di ricerca pubblici e privati presenti nel territorio regionale, tramite la concessione di assegni di ricerca della durata massima di 18 mesi per un valore mensile lordo di mille euro e di un contributo “una tantum” pari a 1500 euro per il rimborso di spese strumentali alla realizzazione del progetto di ricerca.
La dotazione finanziaria complessiva prevista dal bando ammontava a circa 3 milioni e 700mila euro, di cui oltre 1 milione e 800mila euro a valere sulla “Misura D4” del Programma Operativo Regionale Ob. 3 2000-2006 e circa 1 milione e 900mila euro a valere sulle risorse stanziate dal “Cipe” (Comitato interministeriale per la programmazione economica) nel settembre 2004 e nel maggio 2005. Il bando prevedeva una riserva pari a oltre 2 milioni e 870mila euro (di cui 1 milione di euro a carico del “Por” e la parte restante a carico del “Cipe”) in favore dei progetti presentati nell’ambito dei “clusters” (gruppi d’impresa) del Distretto tecnologico dell’Umbria per lo sviluppo di materiali speciali metallurgici, le micro e nanotecnologie, la meccanica avanzata e la meccatronica, al fine di consentire lo sviluppo specifico e mirato della ricerca sulle materie fondanti il Distretto tecnologico stesso.
Il bando, inoltre, per garantire un più stretto collegamento tra la ricerca e il mondo industriale, prevedeva che il 75 per cento delle risorse complessive fosse riservato a progetti da realizzare in imprese o loro unità operative ubicate nel territorio regionale. In particolare, stabiliva che in sede di valutazione fosse attribuito un punteggio aggiuntivo per i progetti di ricerca realizzati presso imprese beneficiarie dei finanziamenti previsti dalla legge 598/94, art. 11 “Ricerca industriale e sviluppo precompetitivo”, per il sostegno di progetti di innovazione e sviluppo precompetitivo, realizzati in modo autonomo o nell’ambito di un gruppo di imprese.
Alla data di scadenza del bando, risultavano presentati 425 progetti, di cui 418 ammessi a valutazione. A conclusione della valutazione, risultavano ammissibili a finanziamento 350 progetti, mentre le risorse stanziate dal bando consentivano il finanziamento di soli 189 progetti. La Regione Umbria ha provveduto a integrare lo stanziamento iniziale con risorse “Cipe” pari a circa 1 milione e 338mila euro, consentendo il finanziamento di 264 progetti.
A seguito delle rinunce presentate dai beneficiari prima dell’inizio dell’attività di ricerca, hanno dato avvio ai progetti 214 assegnisti nelle date del 10 e 16 aprile 2007. I relativi progetti si concluderanno il 9 e 15 ottobre 2008, ad esclusione di 5 che hanno avuto una durata inferiore a 18 mesi (tre di 12 mesi e due di 15 mesi).
Dei 214 beneficiari, ad oggi, 172 stanno proseguendo il percorso di ricerca; 3 hanno portato a termine l’attività nei dodici mesi previsti dal progetto; 39 hanno interrotto l’attività di ricerca, rinunciando all’assegno.
Dalla rilevazione effettuata dal Servizio Politiche attive del lavoro della Regione Umbria, emerge che per il 66,6 per cento la rinuncia è da attribuire ad una nuova situazione lavorativa corrispondente nel 5,1 per cento dei casi a una nuova attività di ricerca tramite dottorati in strutture universitarie nazionali o internazionali; nel 17,9 per cento a un’attività nello stesso settore nel quale è stato realizzato il progetto di ricerca, risultato determinante per l’assunzione; nel 33,3 per cento in una nuova e differente opportunità lavorativa.
La Regione Umbria ha ora approvato un nuovo bando (pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria il 28 maggio scorso) finalizzato al potenziamento dell’attività di ricerca e di trasferimento tecnologico nelle imprese, nelle Università, negli istituti, nelle agenzie e nei centri di ricerca pubblici e privati. Prevede la realizzazione di due azioni, una destinata al finanziamento di progetti di ricerca e l’altra riguardante incentivi all’occupazione. La dotazione finanziaria del bando ammonta a 3 milioni e 800mila euro, di cui circa 3 milioni a valere sul Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 e la restante somma finanziata dal “Cipe”. Tre milioni e 500mila euro sono destinati a progetti di ricerca in favore di laureati disoccupati residenti in Umbria e 300mila euro per aiuti a favore di imprese (o soggetti assimilabili alle imprese) che assumano laureati, a tempo indeterminato, per le finalità del bando.
Nell’ambito della prima azione, il 60 per cento delle risorse complessive è destinato al finanziamento di progetti di ricerca da realizzarsi presso imprese, istituti, agenzie e centri di ricerca privati con almeno un’unità produttiva o operativa in Umbria. Il 40 per cento va al finanziamento di progetti di ricerca presso Università, istituti, agenzie e centri di ricerca pubblici con sede legale nel territorio regionale. Un milione di euro è in favore di progetti concernenti i settori e le attività del Distretto Tecnologico dell’Umbria (sviluppo di materiali speciali metallurgici, micro e nanotecnologie, meccanica avanzata e meccatronica).
Il progetto di ricerca viene finanziato tramite l’erogazione di un assegno mensile lordo di 1200 euro, per una durata minima di 6 mesi e massima di 18 mesi.
Rispetto al precedente bando, c’è una diversa dimensione dello stanziamento a favore delle imprese e del Distretto tecnologico dell’Umbria. Si conferma l’impostazione del bando relativo alle “work esperience”, scaduto il 22 maggio scorso, con la previsione di un incentivo per le imprese che assumeranno quanti hanno realizzato l’esperienza di ricercatore attraverso i bandi fino ad oggi proposti. Assegni di ricerca sono previsti anche nel bando relativo ai progetti integrati per lo sviluppo umano nell’ambito delle reti di impresa.
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