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In Italia ''mi sono ubriacata di liberta', qualche volta eccedendo in trasgressioni che oggi ritengo sbagliate'' ma ''mi fa stare male che si pensi che ho ucciso Meredith''. Dalla sezione femminile del carcere di Capanne, dove e' detenuta dal 6 novembre con l'accusa di avere ucciso la sua coinquilina inglese, Amanda Knox ha risposto, attraverso i suoi difensori, alle domande di un giornalista di ''Repubblica'', il quotidiano che oggi pubblica l'intervista. Intervista nella quale definisce Meredith ''dolce e sensibile'' e dice di ritenere che se la sera del primo novembre fosse rimasta in casa con quella che definisce ''un'amica'', forse anche lei sarebbe stata uccisa. Nega di avere confessato alla polizia di essere stata a casa la sera del delitto, avendo trascorso quella sera e la notte insieme al fidanzato Raffaele nella abitazione di lui e spiega di avere detto ''quelle cose che ora sono usate contro'' di lei ''mentre era in uno stato di grande confusione'' con un sacco di gente attorno a lei che ''parlava in fretta'' e che lei non riusciva a comprendere bene per la non perfetta conoscenza della lingua italiana. Difende anche il fidanzato Raffaele Sollecito, ''uno dei rapporti piu' intensi'' della sua vita, sostiene di non avere mai pensato ''che lui potesse essere l' assassino di Meredith'' e di non avergli mai chiesto di ''mentire'' per lei e di non avere mai creduto che lui possa averla accusata. Racconta anche di avere provato a scrivergli dal carcere e di ritenere che la sua lettera non gli sia stata consegnata. Amanda parla anche della sua vita in una cella molto fredda con altre tre ragazze, e dice che le manca soprattutto la musica tanto che quando la fanno uscire in cortile si mette a cantare ad alta voce cercando di stare al sole il piu' possibile. A Perugia, dove era arrivata per imparare l' Italiano dopo avere studiato il giapponese, ha avuto dei ''boyfriend come tutte le coetanee'', ''qualche volta'' ha ''ecceduto in trasgressioni'' ma tutto questo - spiega - ''e' stato sicuramente frutto'' della sua ''giovinezza'' e del suo ''entusiasmo per la vita'' e ''non certo di un lato oscuro e malvagio'' della sua ''personalita'''. In carcere Amanda continua a scrivere ''per riappropriarsi dei ricordi e riordinare i pensieri'' per potere raccontare nell' interrogatorio di lunedi' prossimo al giudice quella che definisce la sua verita' sulla ''morte assurda'' di Meeredith, ''una tragedia'' che lei e Raffaele non riescono a spiegarsi. Condividi